Ristrutturare casa ti obbliga ad acquisire competenze in molti campi che non avresti mai pensato: burocratici (le pratiche edilizie, le detrazioni fiscali, etc.), tecnici (la distribuzione degli spazi, gli impianti, le finiture, etc.), organizzative (l’impresa, gli artigiani), economiche (il controllo dei costi, la contabilità).
Naturalmente per fare in modo che tutto ciò scorra come un ingranaggio perfetto dovrai rivolgerti a dei professionisti (progettisti e impresari edili).
Ci sono però alcuni aspetti pratici per cui dovrai per forza sbrigartela da solo. Ma per i quali non sei preparato. E difficilmente troverai un aiuto a risolverli tra i professionisti di cui ti sei circondato.
Ti troverai completamente solo, senza uno straccio aiuto, a risolvere questi problemi:
- Posso lasciare i mobili in casa durante la ristrutturazione?
- Posso abitare in casa durante la ristrutturazione?
- Quanto durerà la ristrutturazione?
- Quando potrò fare il trasloco?
Nell’articolo di oggi risponderemo a queste quattro domande, essenziali per organizzare al meglio la tua ristrutturazione.
Sono o no domande che ti stai ponendo anche tu in vista della tua ristrutturazione?
Ecco le risposte.
Posso lasciare i mobili in casa durante la ristrutturazione?
È vero che spesso le ristrutturazioni sono una ghiotta occasione per cambiare i mobili di casa: avere finalmente una scusa valida per disfarsi di vecchi arredi con decine di anni sulle spalle, ormai rovinati e vecchi e che non si adatteranno mai alla perfezione alla nuova casa è spesso troppo appetitoso.
Però è anche vero che spesso si vuole recuperare almeno una parte del vecchio arredo (come anche che non si vuole cambiare alcun mobile…)
A prescindere da quale sia il tuo caso, quando ristrutturi la casa in cui vivi e vuoi continuare ad usare almeno parte dei mobili devi porti il problema:
“ Che fine faranno questi mobili durante i lavori di ristrutturazione?”
Per esperienza personale posso garantirti che la naturale conseguenza di questa domanda è chiedere al tecnico o all’impresa:
“Posso lasciare i mobili in casa?”
La risposta che do io ai miei clienti è….dipende.
O meglio: la risposta corretta è che devi assolutamente sgombrare tutte le zone della casa dove sono previsti lavori di ristrutturazione da qualsiasi mobile.
Ma non tutte le ristrutturazioni sono uguali quindi…dipende.
Se la tua ristrutturazione riguarda solo alcuni ambienti della casa puoi decidere di ammassare tutti i mobili nelle stanze in cui non farai nessun lavoro.
L’importante è che tutti i luoghi dove dovranno lavorare gli operai e in cui dovranno transitare siano completamente sgombri.
Fai attenzione: anche quelli dove dovranno transitare…quindi se per arrivare al bagno che vuoi ristrutturare gli operai devono passare attraverso un corridoio in cui non eseguirai alcun lavoro, il corridoio deve essere sgombro. Se per buttare le macerie devono arrivare al terrazzo passando attraverso una stanza che non devi ristrutturare, la stanza deve essere sgombra.
E non pensare che basta proteggere i mobili perché sia tutto a posto. Il materiale che entra ed esce dal tuo cantiere spesso è voluminoso e pesante, spostarlo è problematico e nessuno può garantirti che niente vada a finire contro i mobili, anche se sono protetti.
Certo, quella di proteggere i mobili senza spostarli è una strada che puoi percorrere, ma a tuo rischio e pericolo…e se poi succede qualcosa non lamentarti.
Riassumendo: in caso di ristrutturazioni parziali, tutti gli ambienti in cui lavoreranno o passeranno gli operai devono essere completamente sgombri da qualsiasi mobile. E le stanze in cui eventualmente deciderai di ammassare i mobili dovranno essere totalmente escluse dai lavori e chiuse. A chiave.
Ci tengo a sottolinearti a chiave perché mi è capitato spesso di committenti che hanno accusato l’impresa di oggetti spariti. E ti assicuro che nella quasi totalità dei casi gli operai non avevano preso proprio nulla…semplicemente i committenti si erano scordati dove avevano messo quegli oggetti.
Quindi il fatto che le stanze che trasformerai in deposito per i mobili siano chiuse a chiave serve sia a te per stare tranquillo che all’impresa per poter lavorare più serenamente.
E mi spiace darti una brutta notizia: per quante precauzioni prenderai per fare in modo che non entri polvere dentro queste stanze…la polvere entrerà e alla fine ti ritroverai con i mobili completamente sporchi. Anche se li hai coperti con teli di nylon (la povere ha la capacità di passare dappertutto…incredibile).
Invece, nel caso in cui tu stia ristrutturando integralmente la casa…valgono gli stessi principi!
Quindi la sostanza è che non ci devono essere mobili in casa.
Lo so che questa può sembrare una banalità…ma ci tengo a sottolineare questa cosa perché mi è capitato che qualche committente proponga di ristrutturare la casa a pezzi spostando i mobili da una stanza all’altra man mano che i lavori vengono completati.
Non ci pensare minimamente: una cosa del genere è impossibile.
Ti ritroveresti ad avere:
- Lavori eseguiti male
- Costi aumentati
- Tempi dilatati all’inverosimile
- Mobili rovinati
La ristrutturazione completa di una casa è un processo globale che deve essere coordinato nel suo complesso e deve proseguire in modo unitario.
E dove li metto i mobili durante i lavori?
Naturalmente se devi sgombrare casa dovrai risolvere questo problema.
A meno che tu non sia abbastanza fortunato da avere qualche parente o amico che possa fornirti un appoggio temporaneo, le risposte sono sostanzialmente due:
- Chiedi all’impresa che ti farà i lavori se ha un magazzino dove può depositare i tuoi mobili durante i lavori
- Affitta un deposito temporaneo, ne stanno sorgendo sempre di più, per il tempo necessario ai lavori
Personalmente tenderei ad evitare la prima ipotesi, anche se sicuramente più economica, perché probabilmente il deposito dell’impresa è comunque un posto di passaggio (non ci terrà solo i tuoi mobili ma anche i materiali da costruzione) e quindi non sarai mai del tutto sicuro che siano realmente protetti e non potrai controllarli a tuo piacimento.
La seconda ipotesi invece è quella più sicura per te e i tuoi mobili in quanto solitamente questi depositi sono personali e chiusi a chiave (hai uno spazio a cui puoi accedere solo tu).
Chiaramente per spostare i tuoi mobili in un magazzino (o in qualsiasi altra parte fuori da casa tua) dovrai organizzare un vero e proprio trasloco.
O chiedi all’impresa a cui affiderai i lavori che se ne occupi, oppure ti rivolgi ad una ditta di traslochi.
L’unica cosa che devi sapere è che, se possiedi una casa in un condomino che affaccia direttamente su una strada pubblica, dovrai pagare un’occupazione di suolo pubblico temporanea.
Posso abitare in casa durante la ristrutturazione?
La risposta è una e una sola possibile: NO.
E non ti lascio spazio per eventuali obiezioni.
Se stai ristrutturando casa (chiariamoci: non rifacendo il bagno, ma proprio ristrutturando casa, anche se non integralmente ma una ristrutturazione che coinvolga più ambienti di casa) non puoi continuare ad abitare in casa.
Confido nel fatto che se stai ristrutturando casa integralmente non ti passi minimamente per la testa l’idea di continuare ad abitarci durante i lavori.
Questa idea potrebbe balenarti in testa se stai facendo una ristrutturazione parziale, magari che non interessa la camera da letto.
Lo scrivo perché è una richiesta che mi viene fatta spesso…e anche per esperienza diretta!
Appena laureato, con pochissima esperienza, mi è capitato infatti di dover ristrutturare parzialmente una casa in cui vivevo e, sebbene avessi un appoggio in cui andare durante i lavori, ho deciso di rimanere a vivere in quella casa durante i lavori.
Lo ricordo come un incubo totale: orari improponibili (lo sai che gli operai a volte arrivano in cantiere alle 6:30 del mattino?), sporcizia dappertutto (vestirsi quotidianamente con abiti impolverati non è il massimo, per non dire dell’igiene personale), imbarazzo nel condividere gli spazi di vita quotidiana con estranei, impossibilità di rilassarsi e riposarsi, etc. etc. etc.…
Ma la cosa peggiore di tutto era il pericolo costante in cui vivevo: un cantiere è pur sempre sempre un cantiere!
Macchinari e attrezzature dappertutto, calcinacci, intralci a terra. Girare con le infradito (era pure estate…) tra tavole di legno, macerie, mattoni e quant’altro non è né semplice né piacevole.
Però queste che hai letto qui sopra sono “solo” motivazioni pratiche: in realtà in qualche modo potresti riuscire a vivere per alcuni mesi come un cavernicolo, senza i più elementari lussi della vita moderna. La realtà è che la legge ti impedisce di vivere nel cantiere della tua ristrutturazione. E se qualcuno ti scopre sono multe salate!
Non puoi vivere nel tuo cantiere perché te lo dice la legge
La legge di cui stiamo parlando è il testo unico sulla sicurezza (d.lgs. 81/2008).
Non ti voglio annoiare con riferimenti ad articoli, commi, interpretazioni e quant’altro. La sostanza è che, nel momento in cui inizi dei lavori di ristrutturazione, casa tua si trasforma magicamente in un cantiere (tutta casa tua, anche gli ambienti in cui non fai i lavori) e l’accesso ai cantieri è consentito:
- Al direttore dei lavori
- All’impresa appaltatrice (e naturalmente ai suoi operai…)
- Alle imprese sub-appaltatrici (che devono essere esplicitamente indicate in un documento chiamato POS)
- Al coordinatore della sicurezza
Nessun altro può accedere al cantiere a meno che non abbia specifica autorizzazione da parte del direttore dei lavori o del coordinatore della sicurezza.
E in ogni caso deve indossare i sistemi di protezione previsti per legge (caschetti, guanti, scarpe antiinfortunistiche, etc.).
Siccome per legge la responsabilità sulla sicurezza di chi sta in un cantiere cade in capo prima al committente, poi al coordinatore della sicurezza, al direttore dei lavori e infine all’impresa, non credo che troverai mai nessun professionista che potrà accettare che tu abiti nel tuo cantiere di ristrutturazione.
C’è solo un caso in cui questa cosa potrebbe essere possibile: individuando percorsi di accesso/uscita e aree di lavoro nettamente separati tra il cantiere e la parte di appartamento in cui si continuerà a vivere.
Ma ciò comporta che non ci deve essere alcuna interferenza e che dalla parte in cui si vive non deve essere possibile accedere alla parte di cantiere.
Mi è capitato un cantiere del genere, ma l’appartamento in questione aveva tre porte di ingresso e tra le aree di cantiere e quella rimasta abitabile era presente una porta blindata (interna). In casa tua hai queste condizioni?
Se me ne devo andare…dove vado a vivere?
Se non hai qualche parente che accetta di averti tra i piedi per un po’ di tempo o se non hai seconde case sfitte da occupare, c’è solo una risposta: devi affittare un appartamento.
Per tua fortuna la legge prevede gli affitti brevi: della durata di massimo 18 mesi, decisamente abbondanti per una ristrutturazione media (ma possono durare anche meno…puoi contrattare tu i tempi necessari), e che ti consentono di ovviare a questo problema senza andarti a incasinare con i contratti standard per il residenziale (4+4 anni), con preavvisi di disdetta biblici (mai meno di 6 mesi…) e con mille altri problemi.
Gli affitti brevi sono sempre più diffusi, soprattutto nelle città con una certa vocazione turistica/terziaria e non dovresti avere problemi a trovarne uno.
Quanto durerà la ristrutturazione?
Questa è una domanda che nasce esattamente nel momento in cui realizzi che dovrai lasciare casa tua per tutta la durata dei lavori.
Infatti sia che tu abbia a disposizione una residenza di appoggio sia che tu debba affittare un appartamento temporaneamente (soprattutto in questo caso in realtà) vorrai sapere quanto durerà il tuo esilio.
Vorrei essere in grado di darti una risposta precisa sulla durata dei lavori ma non lo posso fare.
Ci sono troppe variabili in gioco che differenziano nettamente una ristrutturazione da un’altra per poter rispondere senza dire sciocchezze:
- La tipologia di lavori che farai
- In che percentuale incidono sull’immobile (è una ristrutturazione completa?)
- Quanto è grande l’immobile
- Che forniture hai scelto (e le relative tempistiche di consegna)
Inoltre c’è l’enorme incognita degli imprevisti che in un cantiere edile sono sempre presenti e in una ristrutturazione ancora di più.
Una cosa te la posso dare per certa: l’impresa ti dirà sicuramente dei tempi di consegna. Tu aggiungici almeno un 20-30% in più e otterrai i reali tempi di consegna della tua casa ristrutturata…raramente ho visto un’impresa completare i lavori nei tempi previsti.
Detto ciò mi sembra comunque giusto provare a darti alcuni riferimenti in merito a tempistiche verosimili per la realizzazione della tua ristrutturazione.
Tempistiche di realizzazione dei lavori
Cerchiamo di dividere i tempi in tipologie di lavori e dimensioni dell’immobile.
Ristrutturazione completa di un bagno (di almeno 4-6 mq): un mese.
Per completa naturalmente intendo compresa la sostituzione degli impianti. Cambiare sanitari e piastrelle può essere un lavoro più breve (anche se non di molto).
Rifacimento completo degli ambienti con impianti idrici (bagno/i, lavanderia, cucina): da due a tre mesi.
Ristrutturazione completa (quindi con rifacimento di tutti gli impianti e sostituzione delle finiture tra cui gli infissi) di un appartamento, senza modifica della distribuzione interna:
- Per appartamenti fino a 50mq: tre mesi
- Per appartamenti fino a 80mq: quattro mesi
- Per appartamenti fino a 100mq: cinque mesi
- Per appartamenti fino a 150mq: sei mesi
Se comprendi anche la ridistribuzione interna (spostamento dei muri) aggiungi almeno un mese a quello che hai letto sopra.
Ti sembrano tempi troppo lunghi? In realtà mi sono tenuto un po’ stretto…
L’edilizia italiana non è come quella americana che puoi vedere nei programmi televisivi in cui parlano di rifacimento completo di appartamenti di 200-300mq in sei/sette settimane.
Lì è possibile per i sistemi costruttivi utilizzati (principalmente a secco, senza uso di malte e intonaci) e per l’alta standardizzazione dei componenti edilizi. (E comunque non è sempre vero quello che ti raccontano).
Qui i materiali hanno bisogno di più tempo per essere posati e di più tempo per maturare (penso ai massetti, alle malte, ai cementi, agli intonaci…).Inoltre la situazione delle nostre città è nettamente diversa: strade spesso strette, appartamenti difficilmente raggiungibili…tutto ciò rendono le tempistiche millantate dagli americani inapplicabili al nostro mercato.
Quando potrò fare il trasloco?
In questo caso parliamo del trasloco finale, quello che farai dopo i lavori, quando la tua ristrutturazione sarà completata e potrai finalmente tornare a vivere in casa.
E parliamo sia del trasloco dei mobili che hai messo in deposito sia dei nuovi mobili che hai deciso di acquistare.
La risposta più logica e banale a questa domanda è: quando sono completamente finiti i lavori. Ed è esattamente quello che devi fare! Aspettare che siano completamente finiti tutti i lavori.
Allora perché te ne sto scrivendo?
Perché la realtà dei fatti è che troppo spesso i committenti, verso la fine dei lavori, si fanno prendere dall’ansia di rientrare a casa. Esausti dopo estenuanti mesi di ristrutturazione, fanno pressioni all’impresa per concludere in fretta i lavori, e spesso anticipano la consegna dei mobili quando ancora la casa non è pronta.
È una cosa da evitare assolutamente. E adesso ti spiego il perché.
L’ultima fase di una ristrutturazione è la pitturazione: i pittori devono avere la casa completamente sgombra per poter lavorare velocemente e in modo preciso. Se devono fare lo slalom tra i mobili o peggio infilare le mani dietro armadi e comò già installati, il risultato sarà pessimo.
Correresti il rischio di trovarti con colature di pittura sui mobili, porzioni di casa con difetti di pittura, pareti non omogenee…non è questo che vuoi vero?
Inoltre, prima di fare il trasloco è essenziale che, oltre al fatto che i lavori siano completi del tutto, tu e il tuo direttore dei lavori facciate un sopralluogo approfondito per verificare l’eventuale presenza di difetti evidenti che vanno assolutamente sistemati prima di riempire la casa delle tue cose.
E l’unico modo per farlo è con la casa sgombra.
Quindi il trasloco va fatto solo dopo che anche l’ultimo operaio è uscito dalla casa e tutto è perfetto.
Un’organizzazione perfetta per non trovarsi impreparati
In questo articolo ti ho parlato di alcuni aspetti che, sebbene all’apparenza banali, spesso sono causa di grandi punti interrogativi e ansia per chi ristruttura e che non vengono mai sufficientemente chiariti da imprese e tecnici, generando spesso incomprensioni e scuse per futili litigi.
Ma una ristrutturazione non è solo una perfetta organizzazione dei lavori (con le modalità che ti spiego nel mio manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi”) ma è anche una perfetta organizzazione di tutto ciò che ruota intorno ad essa, a partire da come dovrà svolgersi la tua vita durante quei complicati mesi.