sicurezza passiva

Progettare la sicurezza nella tua ristrutturazione: sistemi di protezione passiva

Indice

Ti sei mai fermato a riflettere su come la tua nuova ristrutturata garantirà la necessaria sicurezza a te, la tua famiglia e tutto ciò che contiene? Si tratta di un aspetto fondamentale da affrontare in una ristrutturazione che parte dal capire quali sono le tue esigenze, quali sono i reali pericoli che corri e da dove arrivano. Solo dopo potrai decidere se optare per sistemi di sicurezza passiva, sistemi di sicurezza attiva e quali.

Nell’articolo di oggi vedremo come mettere a fuoco correttamente la questione sicurezza nella tua ristrutturazione, per poter fare le scelte giuste ed evitare spese inutili. Gli argomenti di cui parleremo sono:

  • Distinzione tra sicurezza passiva e attiva
  • Come valutare correttamente i maggiori pericoli per la tua casa e le soluzioni da adottare
  • Focus sui principali sistemi di sicurezza passiva

SISTEMI DI SICUREZZA PASSIVA E ATTIVA: COSA SONO E PERCHÉ DEVI CONOSCERLI

Ho deciso di partire da questo punto perché troppo spesso viene frainteso come ottenere reale sicurezza in casa propria.

Infatti nella maggior parte dei casi la risposta è semplicemente installare un sistema antifurto.

Non ritengo che questa sia la migliore risposta possibile.

Sia chiaro, niente contro agli antifurto: sono un mezzo essenziale per la sicurezza, ma vanno visti in un contesto più generale che parte da capire la differenza tra sistemi di sicurezza attiva e passiva.

L’antifurto è un classico esempio di sistema di sicurezza attiva. Cioè è uno strumento sempre all’erta che entra in funzione in determinate circostanze (la più comune: un ladro entra in casa).

Giusto per capire meglio di cosa stiamo parlando: un servizio di vigilanza (quelli che una volta venivano chiamati metronotte per intenderci) è un sistema di sicurezza attiva; un portiere h24 è un sistema di sicurezza attiva; i cani da guardia sono un sistema di sicurezza attiva; tu che durante la notte ti aggiri per casa nella penombra con una mazza da baseball in mano sei un sistema di sicurezza attiva.

Un sistema di sicurezza attiva in sostanza prevede qualcuno o qualcosa che compia un’azione.

A questi si contrappongono, o meglio si affiancano, i sistemi di sicurezza passiva: si tratta sostanzialmente di tutti gli ostacoli fisici che potresti mettere tra un malintenzionato e ciò che vuoi proteggere.

Ristrutturazione

Un fossato è un sistema di protezione passiva; dei bastioni alti 10 metri intorno al giardino sono un sistema di protezione passiva.

A parte gli scherzi i più semplici e basilari sistemi di protezione passiva sono i muri di casa, gli infissi, la porta blindata. Tutti elementi sempre presenti che costituiscono il primo e imprescindibile scudo contro chi vuole entrare in casa tua.

Lo so che la protezione passiva è data per scontata e vieni naturalmente portato a concentrarti sulla protezione attiva per rispondere efficacemente alla paura di intrusioni.

Però, prima di prendere qualsiasi decisione devi fare una cosa che quasi nessun committente fa. E che se vai da un venditore (sia di sistemi attivi che passivi) non viene mai fatto da un punto di vista oggettivo ma sempre di parte (e per forza…devono venderti il loro sistema!).

Devi fare l’analisi dei possibili rischi.

DA DOVE POSSONO ENTRARE I LADRI IN CASA? UN’ANALISI CHE DEVI FARE PRIMA DI PRENDERE QUALSIASI DECISIONE

sistemi di sicurezza passiva: da dove entrano i ladri?

Io non devo venderti sistemi di sicurezza, quindi non ti voglio spingere da una parte o dall’altra.

Al contrario voglio che tu ti focalizzi su questo aspetto. Infatti non è raro che i committenti di una ristrutturazione si facciano prendere da un’immotivata “paura del ladro” e infarciscano la casa di inutili e costosissimi sistemi antifurto che non utilizzeranno mai in vita loro.

Devo essere sincero, all’inizio del mio lavoro da architetto ero anche io di questa parrocchia: pensavo che fosse meglio un sistema di sicurezza in più che uno in meno.

Ma una volta un cliente mi ha detto: “Alessandro è inutile che mettiamo tutti questi sistemi antifurto sparsi per casa…tanto qui un ladro può entrare solo dalla porta di ingresso…”.

E aveva ragione: il suo appartamento si trovava in una posizione tale per cui i ladri sarebbero potuti entrare solo dalla porta di casa. Anche le finestre erano improbabili come punto di accesso.

Quindi, pensando alla sicurezza di casa tua, la prima domanda che devi farti è: da dove può realmente entrare un ladro?

Le risposte sono diverse a seconda del tipo di immobile che possiedi e del contesto in cui abiti. E di conseguenza sarà necessario pensare a soluzioni studiate apposta per ogni casa.

Però si possono individuare alcune situazioni-tipo maggiormente diffuse.

È necessario prima di tutto fare una distinzione tra appartamenti in condominio e case isolate o semi-isolate (case a schiera, bifamiliari, ville, etc.).

Per quanto riguarda gli appartamenti poi bisogna fare un’ulteriore distinzione tra piani bassi e piani alti.

E infine dovrebbe essere fatta una distinzione legata a dove si trova la casa: cioè tra zone più o meno pericolose.

Su quest’ultimo aspetto però non possiamo soffermarci perchè è molto legato al territorio ed inoltre è in continua evoluzione in quanto la criminalità si sposta in continuazione.

Però le considerazioni che possiamo fare sulle caratteristiche degli immobili sono più che sufficienti per darti una panoramica dettagliata. Nella sostanza si possono individuare tre macro casistiche:

  1. Casa isolata o semi-isolata
  2. Appartamento in condominio ai piani bassi (1-2 ed eventualmente 3)
  3. Appartamento in condominio ai piani alti (dal 4 in su)

Possibili fonti di pericolo e sistemi di sicurezza per prevenirli

Per le tre macro-casistiche che abbiamo individuato qui sopra possiamo definire i gradi di pericolosità e i tipi di protezione da adottare.

Casa isolata o semi-isolata

Pericolosità: MEDIO-ALTA

Punti di ingresso: Giardino, porta di casa, portone garage, finestre e balconi (principalmente del piano terra)

Sistemi di protezione passiva: recinzione giardino, porta blindata, portone blindato, finestre o tapparelle blindate al piano terra

Sistemi di protezione attiva: sensori di movimento in giardino, sistema di allarme perimetrale, sistema di allarme volumetrico, videosorveglianza

Appartamento in condominio ai piani bassi

Pericolosità: MEDIA

Punti di ingresso: Porta di casa, finestre e balconi

Sistemi di protezione passiva: porta blindata, finestre o tapparelle blindate

Sistemi di protezione attiva: sistema di allarme perimetrale

Appartamento in condominio ai piani alti

Pericolosità: BASSA

Punti in di ingresso: Porta di casa

Sistemi di protezione passiva: porta blindata

Ristrutturazione

Sistemi di protezione attiva: sensore apertura sopra porta ed eventualmente sistema perimetrale.

Per concludere questo paragrafo un paio di annotazioni a quanto abbiamo detto:

  • Si tratta di situazioni realmente ampie e generalizzate, quindi studia attentamente il tuo caso prima di prendere qualsiasi decisione;
  • Attenzione agli appartamenti agli ultimi piani: in caso di terrazzo condominiale facilmente raggiungibile le finestre diventano un punto di accesso facile.

Ora che abbiamo delineato gli aspetti basilari della questione sicurezza legata alla ristrutturazione concentriamoci sul nostro focus: i sistemi di sicurezza passiva.

I SISTEMI DI SICUREZZA PASSIVA

i sistemi di sicurezza passiva: bastioni e cannoni

Tra i sistemi di sicurezza passiva ci sono quelli legati all’edificio e quelli legati ad un eventuale giardino (mi viene in mente la recinzione). Lasciamo perdere questi ultimi e concentriamoci sui primi.

In un edificio i punti di ingresso possono essere essenzialmente due:

  • Porte e portoni (anche dei garage)
  • Finestre e balconi

Prima di fare qualsiasi ragionamento è importante che, ai fini di valutare l’efficacia dei sistemi di protezione passiva che installerai in casa, tu conosca le classi antieffrazione.

Le classi antieffrazione

L’effrazione è chiaramente l’ingresso indesiderato in casa da parte di qualcuno (solitamente un ladro). Quindi la classe antieffrazione indica la capacità del sistema di protezione passivo di resistere all’effrazione.

Le classi antieffrazione sono normate a livello europeo e sono state recepite dalla normativa tecnica dei vari stati membri. In Italia la norma in vigore in tal senso è la UNI EN 1627:2011.

Tale norma individua 6 classi antieffrazione, da RC1 a RC6 (che sono nell’uso comune indicate con classe da 1 a 6), in cui la classe 1 è quella che offre meno protezione e la classe 6 quella che offre la protezione massima.

La classificazione avviene sulla base di tre tipologie di test:

  1. Test di carico statico: tale test si effettua applicando un martinetto idraulico che crea pressione in tutti i punti di chiusura. Ad ogni classe corrisponde un carico per cui l’infisso non deve deformarsi significativamente (in sostanza deve continuare ad impedire l’accesso); 
  2. Test di carico dinamico: viene lanciato un peso contro l’infisso (per le finestre contro la parte vetrata) e questo non dovrebbe perdere pezzi o creare aperture più grandi di una determinata dimensione. A seconda dell’altezza da cui viene lanciato il peso si determina la relativa classe;
  3. Test di attacco manuale: in sostanza si simula un ladro che prova a scassinare l’infisso. Ad ogni classe corrisponde un tempo maggiore e una maggiore disponibilità di attrezzi.

A questo punto vediamo cosa prevedono queste 6 classi antieffrazione.

Classe antieffrazione RC1

Test statico e dinamico: nessuno

Test manuale: scassinatore occasionale che prova ad entrare con l’uso di violenza fisica (cioè con atti di vandalismo). L’infisso di tale classe non ha dei limiti minimi di tempo in cui deve resistere all’effrazione.

Se vuoi proteggerti dai pericoli esterni non devi acquistare infissi o portoncini in questa classe.

Classe antieffrazione RC2

Test statico: deve resistere a carichi statici variabili tra 150kg e 300kg.

Test dinamico: deve resistere anche a impatti dinamici con pesi che cadono da 9 metri di altezza del peso di 4,11kg per tre volte

Test manuale: scassinatore occasionale o poco esperto: utilizza qualche attrezzo per provare ad entrare: usa attrezzi semplici per provare a scassinare come cacciaviti, pinze, cunei. L’infisso di tale tipo deve resistere almeno 3 minuti ai tentativi del ladro.

Rientrano in questa classe la maggior parte degli infissi da industria comunemente in commercio.

Classe antieffrazione RC3

Test statico: deve resistere a carichi statici variabili tra 300kg e 600kg.

Ristrutturazione

Test dinamico: deve resistere anche a impatti dinamici con pesi che cadono da 9 metri di altezza del peso di 4,11kg per nove volte.

Test manuale: scassinatore esperto che utilizza attrezzi tipo piede di porco, un cacciavite lungo con un martello. L’infisso di tale tipo deve resistere almeno 5 minuti ai tentativi del ladro.

Questa è la classe maggiormente diffusa per porte e infissi di case e appartamenti.

Classe antieffrazione RC4

Test statico: deve resistere a carichi statici variabili tra 600kg e 1000kg.

Test dinamico: deve resistere anche a impatti dinamici del tipo colpi d’ascia nel numero minimo di 30.

Test manuale: lo scassinatore naturalmente è esperto ed impiega, oltre a tutto quello che abbiamo visto nelle precedenti classi, anche sega e utensili a percussione (trapano a batteria). L’infisso di tale tipo deve resistere almeno 10 minuti ai tentativi del ladro.

Gli infissi e le porte di questa classe sono ancora utilizzati nel settore residenziale quando è richiesto un grado di protezione maggiore (ville isolate, piani bassi molto pericolosi).

Classe antieffrazione RC5

Test statico: deve resistere a carichi statici variabili tra 1000kg e 1500kg.

Test dinamico: deve resistere a impatti dinamici del tipo colpi d’ascia nel numero minimo di 50.

Test manuale: in questo caso si tratta di uno scassinatore molto esperto che impiega attrezzi di tipo elettrico (non a batteria), quindi più potenti. L’infisso di classe 5 deve resistere almeno 15 minuti ai tentativi del ladro.

Classe antieffrazione RC6

Test statico: deve resistere a carichi statici variabili tra 1500kg e 2000kg.

Test dinamico: deve resistere anche a impatti dinamici del tipo colpi d’ascia nel numero minimo di 70.

Test manuale: lo scassinatore è molto esperto ed impiega attrezzi di tipo elettrico (non a batteria) di grande dimensione, tipo seghe a sciabola o mole. L’infisso di tale tipo deve resistere almeno 20 minuti ai tentativi del ladro.

Le ultime due classi, 5 e 6, sono generalmente previste per attività commerciali e per locali dove sono conservati oggetti preziosi (per esempio banche).

Grazie a queste informazioni sulle classi antieffrazione adesso hai tutti gli strumenti necessari per scegliere consapevolmente quale classe di sicurezza richiedere al tuo infisso o porta.

Negli ultimi due paragrafi però andremo oltre: vedremo quali sono le caratteristiche su cui devi concentrarti quando scegli i tuoi sistemi di protezione passiva.

Infatti, a prescindere dalla classe antieffrazione che hai scelto, tutti i sistemi di protezione sono composti da vari elementi e devi capire come interpretare le varie informazioni che ti verranno date dal venditore (o come chiedere le informazioni giuste).

Grate, tapparelle, finestre blindate

Dove c’è una finestra c’è sempre un foro nel muro. E in questo foro, oltre alla finestra blindata, ci possono essere altri elementi che fungono da sistemi di sicurezza passivi:

  1. Inferriate in ferro
  2. Tapparelle blindate
  3. Infissi blindati

Ferme restando le classi di sicurezza, che determinano la reale efficacia dei sistemi passivi, ognuno di questi ha i suoi pro e contro. Vediamoli

Inferriate

sicurezza passiva: inferriate

Le inferriate, che possono essere fisse o apribili, hanno senso di essere installate solo se l’immobile si trova ad un piano facilmente raggiungibile dall’esterno (i piani terra principalmente), magari su strada, e in cui c’è l’abitudine di lasciare le finestre aperte o socchiuse per lungo tempo anche non in presenza di occupanti (che non devono essere per forza fuori casa ma semplicemente in un’altra stanza).

Sono sicuramente un sistema di protezione molto valido, soprattutto quelle fisse, in quanto scardinarle richiede molto tempo, richiede di fare molto rumore e, vista la posizione (sui muri esterni) porta al rischio di essere visti (per i ladri naturalmente…).

Hanno però un contro non indifferente: rendono la casa simile ad una prigione.

Quindi sicuramente da promuovere dal punto di vista della sicurezza, anche perché possono essere installate in un secondo momento rispetto agli infissi, ma sicuramente da bocciare dal punto di vista estetico e della qualatà di vita.

Ecco alcune caratteristiche che dovresti valutare, oltre alla classe antieffrazione:

  1. la distanza tra le sbarre non dovrebbe superare gli 8cm, il motivo è che distanze maggiori consentono più facilmente di inserire un piede di porco per allargarle
  2. il sistema di ancoraggio non deve lasciare spazi con la muratura, il motivo è lo stesso che abbiamo visto per la distanza tra le sbarre, cioè l’impossibilità di inserire un piede di porco
  3. la serratura, se la tua inferriata è apribile, dovrebbe prevedere una serratura di tipo europeo…i motivi te li spiego nel paragrafo sulle porte blindate

Le classi antieffrazione per cui sono garantite le inferiate sono 3 e 4, anche se in mercato ci sono anche grate in classe 5.

Tapparelle blindate

sicurezza passiva: tapparelle blindate

Come sono fatte generalmente le tapparelle te l’ho spiegato nella quarta parte della mia guida alla sostituzione degli infissi: si tratta di lamelle di alluminio riempite di schiuma poliuretanica isolante. O al più di lamelle in pvc.

Entrambe queste tipologie entrano al massimo in classe antieffrazione 2, quindi non sono considerate blindate.

Il primo modo per blindare le tapparelle è quello di realizzare le lamelle in acciaio, materiale molto più resistente ai colpi (quindi test dinamico) rispetto agli altri utilizzati solitamente.

Chiaramente ci sono anche gli altri aspetti da considerare, in particolare il test statico, cioè il sollevamento della tapparella con un martinetto.

Per rispondere a tali problemi i sistemi di blindaggio delle tapparelle prevedono sia particolari sistemi di aggancio delle lamelle tra di loro, sia sistemi che impediscono alle tapparelle di essere forzate a scorrere verso l’alto.

Ogni produttore ha le sue tecnologie brevettate in tal senso.

Invece un’obiezione che spesso viene fatta alle tapparelle blindate è che, per essere efficaci, devono essere completamente abbassate, rendendo quindi buie le camere anche di giorno.

Infatti la richiesta di chi installa sistemi di protezione non è quello di essere protetto solo quando si è assenti o si sta riposando, ma anche quando si vive la casa, durante il giorno.

Da alcuni anni sono in produzione varie soluzioni di tapparelle blindate che consentono di far passare la luce e allo stesso tempo garantiscono la necessaria sicurezza.

Alcuni sistemi intervallano lamelle cieche a lamelle microforate, che consentono quindi di regolare la luce che entra, altri invece prevedono addirittura lamelle orientabili, trasformando le tapparelle in veri e propri frangisole.

Quindi con questi sistemi è possibile essere sicuri in casa e continuare a viverla normalmente.

Finestre blindate

Naturalmente parlando di finestre blindate parliamo anche di balconi (porte-finestre) blindate.

Fatta questa banale premessa vediamo quali sono le caratteristiche di una finestra blindata. Quello che stai leggendo non è un articolo tecnico quindi non entriamo nei dettagli (che ti possono essere forniti da un buon rivenditore di infissi).

Sono tre gli elementi su cui devi porre l’attenzione nella scelta della tua finestra blindata:

  • I telai (sia quello fisso che quello mobile)
  • La vetrata
  • La serratura

Per quanto riguarda i telai solitamente le finestre blindate prevedono dei rinforzi in acciaio che ne aumentano sia la resistenza ai carichi dinamici, sia la resistenza ai carichi statici.

Per quanto riguarda il vetro la normativa individua i vetri “antieffrazione” e “antiproiettile” (quest’ultimo è uno step successivo di sicurezza). Chiaramente nella parte vetrata il principale problema da risolvere è quello della risposta ai carichi dinamici.

Facciamo un approfondimento partendo da una premessa: i vetri normalmente installati nelle finestre sono “vetrocamera”, cioè sono composti da due lastre di vetro con interposta una camera d’aria riempita di gas isolante. Lo scopo di questa soluzione è principalmente abbattere le dispersioni di calore. Le lastre di vetro che vengono usate per realizzare i vetrocamera sono quasi sempre di tipo stratificato, cioè sono composte da due lastre di vetro unite da una pellicola di tipo plastico (polivinilbutirrale o PVB). Questa soluzione serve principalmente per dare maggiore resistenza al vetro e per evitare che, in caso di urto o caduta, si stacchino schegge di vetro pericolose. Se vuoi approfondire le caratteristiche dei vetrocamera vai alla terza parte della guida sugli infissi che ho scritto.

Tutta questa premessa per dirti che i vetri antieffrazione sono dei vetri stratificati e sono classificati nella norma UNI EN 356 con i codici che vanno da P1A a P8B.

Quello che rende antieffrazione tali vetrate è proprio la “pellicola” di plastica interposta tra le lastre che, se solitamente è spessa meno di mezzo millimetro, nel caso di vetri antisfondamento molto prestazionali può arrivare ad essere spessa molti millimetri.

Una vetrata in classe antieffrazione 2 (quindi scarsamente blindato) è di tipo P3A.

Una vetrata in classe antieffrazione 3 (la blindatura classica) è di tipo P5A.

Una vetrata in classe antieffrazione 6 (la classe massima) è di tipo P8B.

Ultimo elemento di cui devi preoccuparti è la serratura: le finestre blindate sono dotate di serratura con chiave. Chiaramente questo tipo di serratura deve garantire determinati livelli di sicurezza: anche in questo caso la serratura deve essere di tipo europea per resistere ai tentativi di scasso (ne parliamo a breve).

Porte e portoni blindati

sicurezza passiva: porta blindata

A differenza delle finestre sia le porte che i portoni sono chiusure di tipo “cieco”, cioè non trasparenti.

A differenza delle finestre, che sono spesso abbinate ad una tapparella, le porte sono lasciate sole a difendere la tua casa tua dall’esterno (o dal pianerottolo).

Quindi, sebbene la classificazione antieffrazione sia la stessa delle finestre, le porte blindate devono avere caratteristiche tecniche diverse.

Una porta è costituita da:

  • Controtelaio e telaio fisso
  • L’anta
  • Le cerniere
  • La serratura

In una porta blindata tutti questi elementi sono studiati apposta per garantire la classe antieffrazione per cui è stata testata.

Il materiale che la fa da padrona naturalmente è anche in questo caso l’acciaio.

Il controtelaio è in lamiera di acciaio piegata e viene ancorata alla muratura per mezzo di zanche. Su di esso viene installato il telaio vero e proprio, sempre in acciaio, su cui sono alloggiati i cardini. In alcuni modelli controtelaio e telaio coincidono.

L’anta è anch’essa in acciaio, solitamente una lamiera su cui sono saldati elementi di rinforzo. Chiaramente su questa struttura di acciaio possono essere installati tutti i rivestimenti più disparati.

Le cerniere sono anch’esse in acciaio. Un aspetto importante dei sistemi costruttivi delle porte blindate è che le cerniere vengono saldate all’anta della porta, rendendo molto più difficile lo scardinamento.

La serratura è un elemento fondamentale: attualmente la serratura più diffusa e sicura è quella denominata “europea”.

Dobbiamo distinguere tra la serratura, che è il meccanismo vero e proprio con tutti i pistoni che tengono materialmente chiusa la porta, e il cilindro europeo, che è un elemento a parte e lavora in combinazione con la serratura e comanda il movimento dei pistoni.

I vecchi tipi di serratura, chiamate a doppia mappa (quelli con le lunghe chiavi a doppia dentatura per intenderci), sono facilmente scassinabili: i ladri hanno attrezzi specifici con cui semplicemente replicano i denti della serratura e si creano una copia della chiave perfettamente funzionante. In pratica entrano in casa, rubano tutto e quando escono chiudono pure la porta.

Le serrature europee sono molto più sicure a partire dal fatto che è impossibile replicare la chiave se non si ha la scheda coi codici. Però anche questa non ti garantisce sicurezza al 100%.

Quando acquisti una porta blindata concentrati (anche) sulle caratteristiche del cilindro e verifica che siano presenti queste:

  • Sicurezza chiave (cioè il numero di combinazioni possibili della chiave) elevata. Va da 1 (100 combinazioni) a 6 (100.000 combinazioni). Naturalmente la sicurezza 6 è la migliore;
  • Certificazione anti-bumping. Con la tecnica del key bumping grazie ad appositi attrezzi i ladri riescono ad aprire la serratura senza rompere nulla. Bastano addirittura una chiave ed un martello…
  • Presenza di un defender anti-trapano. Serve per prevenire l’estrazione del cilindro
  • Presenza del sistema “trappola”, che in caso di estrazione del cilindro o di key bumping manda in blocco totale i meccanismi che non si apriranno più.

NESSUN SISTEMA DURA IN ETERNO

sistemi di sicurezza passiva: durano in eterno?

In questo articolo abbiamo fatto una panoramica dei principali sistemi di protezione passiva che ti consentono di aumentare drasticamente la sicurezza di casa tua. Però devi essere consapevole che non c’è niente che riesce a resistere in eterno ai tentativi di effrazione da parte dei ladri.

Come hai potuto leggere anche le classi antieffrazione prevedono solo dei tempi minimi di resistenza ai tentativi di scasso.

Un ladro molto esperto, se vuole entrare in casa tua e ha tutto il tempo necessario a disposizione, prima o poi riuscirà a farlo.

Per questo motivo ai sistemi passivi vengono quasi sempre abbinati sistemi di protezione attivi.

Come abbiamo detto ad inizio articolo quando ristrutturi e affronti l’argomento sicurezza la prima cosa che devi fare è valutare attentamente i reali pericoli a cui è sottoposta la tua casa e le tue reali esigenze di sicurezza.

Ad esempio negli appartamenti in condominio raramente ha senso installare infissi blindati, in quanto i ladri entreranno sempre dalla porta sul pianerottolo. E allo stesso modo non ha senso prevedere una classe antieffrazione eccessivamente alta (la 5 o la 6) per la porta sul pianerottolo: quasi sempre è sufficiente una classe antieffrazione 3.

La cosa importante a cui devi prestare attenzione è che le classi antieffrazione dichiarate siano realmente certificate. Infatti la norma prevede che la classe venga assegnata per ogni dimensione prevista.

Per capirci: se la tua porta di ingresso è larga 2 metri e alta 3 metri (esagero volutamente!) l’azienda che te la fornisce per garantirtela in classe antieffrazione 3 deve aver fatto una prova specifica su quella dimensione e deve fornirtene una copia.

Il problema si pone principalmente sugli infissi esterni che sono spesso di dimensioni particolari e non standard.

Questa cosa chiaramente non è possibile. Ma non fraintendermi ciò non significa che le finestre che ti vengono vendute non sono blindate. Quello su cui voglio farti posare l’attenzione è che, oltre alla classe antieffrazione raggiunta dalle finestre che hanno testato, dovresti preoccuparti di chiedere spiegazioni sulle caratteristiche tecniche che dovrebbero rendere la porta o la finestra blindate e confrontarle con quanto abbiamo visto in questo articolo (ad esempio il codice della vetrata di sicurezza, o la tipologia di serratura europea, etc.).

Ricordati sempre che la scelta degli infissi fa parte di un processo più grande che è quello della ristrutturazione della tua casa. Si tratta di un processo che devi conoscere e applicare per arrivare a fare le scelte giuste nel momento giusto, altrimenti ti ritroverai a concentrarti su cose inutili, che ti fanno sprecare tempo, soldi ed energie, e non ti occuperai mai delle cose realmente importanti.

Imparare il processo è la cosa più importante da fare nella tua ristrutturazione. Il processo per ristrutturare non è banale e non è nemmeno quello che stai seguendo. Dalla mia esperienza non c’è un solo committente che segue il giusto processo di ristrutturazione: quello che gli garantisce di non finire a spendere il doppio di quanto preventivato e a fare cause infinite con l’impresa.

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