Da alcuni anni si sta assistendo, nel design di interni, ad un utilizzo sempre più frequente delle vetrate per interni.
Sono una soluzione che a me piace molto, soprattutto nella ristrutturazione di appartamenti: consente di ampliare visivamente gli spazi, garantendo comunque una divisione tra gli stessi, e di rendere luminose stanze che altrimenti potrebbero essere buie. Però non è tutto rose e fiori: per installare una vetrata per interni ci sono molti problemi da affrontare e risolvere di cui devi essere consapevole.
Ho recentemente fatto montare una vetrata interna della lunghezza di circa 6 metri e ho avuto modo di capire ed affrontare molti problemi legati alla sua installazione.
Dopo questa esperienza (per me la prima con queste dimensioni) posso affermare con una certa sicurezza che:
- se vuoi una vetrata per interni in casa tua devi scendere a molti compromessi;
- i sistemi di fissaggio hanno costi importanti che devi considerare nel budget messo a disposizione;
- raramente tali sistemi di fissaggio vengono progettati nel modo corretto…
In questo articolo ti svelerò molte cose sulle vetrate per interni che gli articoli che puoi trovare in rete non ti dicono: infatti sono tutti realizzati da produttori e rivenditori di vetrate, che ti devono far vedere quanto sono belli i loro prodotti. E i pochi non gestiti da loro, hanno il solo scopo di mostrati qualche bel progetto con le vetrate.
Ma in nessuno viene affrontata la questione dal punto di vista tecnico. Tu non devi diventare un esperto, ma conoscere alcuni aspetti tecnici è indispensabile per farti prendere decisioni consapevoli e valutare compiutamente i costi di installazione.
DOVE SI UTILIZZANO LE VETRATE PER INTERNI?

Capisco che, dal titolo, questo paragrafo possa sembrare all’apparenza inutile ai fini di quanto vogliamo dire in questo articolo, però si tratta di un passaggio fondamentale.
Infatti capendo quali sono i principali utilizzi delle vetrate per interni, possiamo anche capire quali sono i problemi correlati e quindi individuare le azioni necessarie per risolverli.
Quest’ultima è la cosa che deve interessarti di più: risolvere i problemi legati alle vetrate per interni. Partiamo dall’inizio.
Quando parliamo di vetrate per interni possiamo distinguere tra porte vetrate e pareti vetrate.
Le prime dividono due ambienti come una normale porta ma permettono il passaggio di più luce.
Le seconde si sostituiscono alle pareti, si tratta solitamente di più lastre di grandi dimensioni, spesso con integrati sistemi di apertura a battente o scorrevoli.
Gli aspetti positivi delle pareti vetrate per interni li abbiamo già accennati: permettono di mantenere fisicamente separati gli ambienti, dando però la sensazione di un unico grande spazio. Questa cosa è molto utile negli appartamenti, in particolare nelle zone giorno tra soggiorno e cucina, in cui uno spazio piccolo si moltiplica e allo stesso tempo si riesce a mantenere confinato il caos e gli odori che spesso regnano nelle cucine.
Personalmente sono sempre stato un sostenitore dei cosiddetti open-space, in cui tutte le funzioni della zona giorno sono concentrate in un unico grande spazio. Però questa predisposizione si è sempre scontrata con alcune considerazioni di tipo pratico legate alla cucina: una cucina dentro il soggiorno costringe a una costante pulizia e la mancanza di separazione fa passare gli odori, che non sempre sono piacevoli.
Installare una vetrata per interni che divide il soggiorno dalla cucina è una valida risposta a queste problematiche perché consente grande versatilità degli spazi, dando la possibilità di confinare la cucina all’occorrenza.
Nell’ultima parte dell’articolo ti farò vedere un mio progetto in cui ho fatto installare la parete vetrata di cui ti ho già fatto accenno nell’introduzione: 6 metri di lunghezza e 2,7 metri di altezza per un totale di 6 ante di cui 4 scorrevoli. Una bella bestia.
Se le porte vetrate non presentano particolari problematiche (anche se non è sempre vero…), le pareti vetrate interne hanno dei problemi che devono essere considerati in modo attento in fase di progetto. Infatti sono composte di lastre di grandi dimensioni, che possono avere problemi di rigidezza e che pesano molto.
Quindi vanno fatte riflessioni in merito al tipo di lastra scelto in funzione del tipo di parete vetrata che verrà installata, e riflessioni riguardo al sistema che dovrà sostenere la parete vetrata.
Se in merito alla tipologia di vetro i produttori industriali di grandi dimensioni (come Saint-Gobain, il leader mondiale) e le aziende specializzate nella lavorazione del vetro (come Vetromarca ad esempio), hanno un controllo preciso e puntuale per quanto riguarda la tipologia e sicurezza delle lastre, lo stesso potrebbe non dirsi per i piccoli artigiani con in quali ho personalmente più volte dovuto scontrarmi.
In merito ai sistemi di supporto, invece, in molti casi si tratta di studiare delle soluzioni apposite che possano supportare i carichi dei vetri e degli eventuali telai in cui sono inseriti. E questo è un aspetto che deve essere considerato e previsto attentamente dal tuo progettista prima di installare la vetrata. In pratica, come per gli infissi viene prima installato un controtelaio nascosto nella muratura, anche per le pareti vetrate per interni deve essere fatta una cosa simile…solo che potrebbe essere molto più impegnativo di quello che credi.
Per chiarirti le idee su questi due aspetti nei prossimi due paragrafi approfondiremo i seguenti argomenti:
- Le tipologie di vetro adatte per legge per le vetrate da interni e le finiture possibili
- I sistemi di sostegno ed ancoraggio delle vetrate
IL VETRO: L’ELEMENTO PRINCIPALE DELLE VETRATE PER INTERNI

Naturalmente il vetro è l’elemento principale di questo sistema. Le lastre possono essere inserite all’interno di telai, solitamente di alluminio, oppure totalmente libere, cioè vedi solo vetro. In questo secondo caso chiamate “a filo lucido”.
Il filo lucido è una lavorazione che viene fatta dopo il taglio delle lastre per fare in modo che il bordo della lastra sia appunto lucido. Infatti l’operazione di taglio lascia un bordo tagliente, irregolare e scuro. Siccome nelle le vetrate senza telai puoi entrare in contatto anche con il bordo del vetro, allora, tramite delle mole, questi vengono resi regolari, non taglienti e lucidati, così da prendere lo stesso colore della lastra.
Sia che tu acquisti una vetrata con telaio che a filo lucido, il vetro deve rispondere a delle precise caratteristiche normate. La norma di riferimento è la UNI 7697 (l’ultima versione in vigore è quella del 2015) che prescrive delle caratteristiche a cui devono rispondere anche le vetrate interne che dividono due ambienti.
I vetri che è possibile commercializzare e installare nel settore dell’edilizia, sia da esterni che da interni, ormai possono essere solo di due tipologie: stratificati o temprati. Ne abbiamo già parlato in modo abbastanza approfondito nel terzo articolo dedicato alla sostituzione degli infissi.
Vediamo cosa sono queste due tipologie di vetri con un estratto da quell’articolo. Per approfondimenti vai al link che ti ho messo qui sopra.
I vetri stratificati sono composti da due lastre accoppiate tra loro. Per fare in modo che i vetri rimangano uniti vi viene interposta una sottile pellicola di PVB (polivinilbutirrale) assolutamente trasparente. Tale pellicola viene prodotta in vari spessori ma quelli più diffusi in ambito residenziale sono due: 0,38mm e 0,76mm.
Questa pellicola svolge anche un altro ruolo importante: rende i vetri stratificati “di sicurezza”. Infatti, grazie alle sue notevoli proprietà adesive, fa in modo che un vetro che si rompe a causa di un urto non cada a terra in mille pezzi ma rimanga “appiccicato” nella posizione originaria. Questa è una caratteristica richiesta dalle leggi sia per l’interno che per l’esterno: per l’interno al fine di evitare che gli utenti vengano colpiti da schegge di vetro, per l’esterno al fine di evitare che il vetro cada costituendo pericolo per le persone.
Tratto da https://hausme.it/blog/sostituzione-degli-infissi-parte-3/
Riconosci che si sta parlando di un vetro stratificato quando è descritto in questo modo: 33.1, 33.2, 44.1, etc.; in cui il primo numero caratterizza lo spessore delle due lastre di vetro (ad esempio 3mm + 3mm) e il numero dopo il punto lo spessore della pellicola (1 sta per pellicola di 0,38mm).
I vetri temprati invece sono costituiti da lastre che hanno subito un particolare trattamento che ne ha aumentato in modo significativo la resistenza agli urti e soprattutto che, nel caso in cui si rompano, si frantumano in pezzi molto piccoli che non sono pericolosi per le persone che vi ci si trovano vicine.
Il processo di tempratura consiste nello scaldare ad una temperatura di circa 700° una lastra di vetro e poi raffreddarla rapidamente per fare in modo che, grazie alla contrazione dovuta a questa variazione di temperatura, si formino all’interno della lastra delle tensioni che la rendono più rigida.
I vetri temprati non possono essere usati verso l’esterno perché, a differenza degli stratificati, non rispondono alle esigenze di anticaduta, invece possono essere usati all’interno in quanto considerati di sicurezza.
Tratto da https://hausme.it/blog/sostituzione-degli-infissi-parte-3/
Le lastre normali, dette di tipo float, non possono essere utilizzate per installazioni né interne né esterne.
Però c’è da fare un ulteriore passo: infatti sia i vetri stratificati che i vetri temprati hanno una classificazione in merito alla sicurezza che devono garantire. Anche questa è normata dalla UNI 7697, che ci dice anche quale sia la sicurezza minima per l’installazione in vetrate per interni.
Le vetrate per interni senza pericolo di caduta nel vuoto (quelle classiche che dividono due stanze), possono essere:
- 2B2 per vetri stratificati;
- 1C3 per vetri temprati.
Se c’è pericolo di caduta nel vuoto (pensa ad una vetrata che delimita una scala) il vetro può essere solo stratificato e deve essere di tipo 1B1.
Ma cosa significano questi codici?
Dobbiamo fare riferimento alla norma UNI EN 12600, il cui titolo è “Vetro per edilizia – Prova del pendolo – Metodo della prova di impatto e classificazione per il vetro piano “. In sostanza definisce le prove da fare sulle vetrate, come farle e la conseguente classificazione.
La prova consiste nel far cadere un impattatore di 50kg sulla lastra da diverse altezze. In base alla risposta della lastra si fa la classificazione.
- 1B1 (stratificato) la lastra deve resistere presentando fessurazioni con frammenti uniti in seguito alla caduta dell’impattatore da un’altezza di 1,2m;
- 2B2 (stratificato) la lastra deve resistere presentando fessurazioni con frammenti uniti in seguito alla caduta dell’impattatore da un’altezza di 45cm;
- 1C3 (temprato) la lastra si disintegra in piccole particelle in seguito alla caduta dell’impattatore da un’altezza di 19cm.
Spero di averti dato informazioni utili in merito alla tipologia di lastra che verrà utilizzata nella tua vetrata interna. Solitamente i produttori di vetrate per interni grandi e medi rispettano senza problemi queste caratteristiche. Sono invece i piccoli artigiani che possono essere meno attenti a questi aspetti.
Vediamo l’altro elemento fondamentale nella realizzazione di una vetrata da interni: il sistema di ancoraggio.
I SISTEMI DI SOSTEGNO ED ANCORAGGIO DELLE VETRATE

Questo è un aspetto importante da affrontare e che troppo spesso non viene valutato correttamente.
Le vetrate di grandi dimensioni sono elementi pesanti e sottili che, a differenza delle pareti in laterizio e mattoni, non possono contare sulla gravità (cioè sul loro peso) per garantirne la stabilità, ma devono obbligatoriamente avere un sistema di aggancio superiore efficace, che si faccia carico di buona parte dei pesi e che impedisca il ribaltamento. E tali sistemi di aggancio devono ancorarsi alle strutture del tuo immobile, che nella parte superiore sono travi e solai.
Le pareti vetrate per interni da industria (cioè quelle che puoi trovare ad esempio nei negozi di arredamento o di infissi) sono sempre composte, oltre che dal vetro, da telai o binari che consentono il necessario ancoraggio alle strutture della casa.
Su quello puoi stare tranquillo, il vero problema è che capita spesso che non sia possibile agganciare i telai della parete vetrata alle strutture portanti dell’immobile, e quindi diventa necessario prevedere delle strutture aggiuntive per garantire l’ancoraggio in sicurezza delle vetrate.
Provo a spiegarmi meglio perché capisco che non sia un concetto immediato da comprendere se non sei del settore.
Nel caso di una vetrata a tutta altezza, quindi che va dal pavimento al soffitto, i sistemi di aggancio forniti dai produttori sono sufficienti: infatti, per garantire la stabilità, basta fissare i profili che ti vengono forniti al solaio superiore e il gioco è fatto.
Però nella realtà dei fatti sono molto frequenti situazioni in cui tale soluzione non è possibile. Ad esempio:
- La vetrata non è a tutta altezza;
- La vetrata si trova in un ambiente controsoffittato;
In questi casi è necessario prevedere una seconda struttura, realizzata appositamente e collegata con le strutture portanti dell’edificio, a cui agganciare la parete vetrata per interni.
Queste strutture aggiuntive solitamente vengono realizzate con delle travi di acciaio o di legno (dipende dai carichi in gioco) che vengono semplicemente appese al solaio superiore.
Personalmente ritengo che sia sempre il metodo migliore per risolvere il problema: infatti questa soluzione potrebbe creare non pochi problemi strutturali proprio al solaio superiore a cui è agganciata la parete vetrata interna.
Se il carico che devono reggere è quello una vetrata fissa o di una vetrata con classiche porte a battente (anche se di vetro) che appoggiano a terra, e che quindi scaricano una buona parte del loro peso proprio a terra, allora possono essere soluzioni valide. Ma se si tratta di vetrate scorrevoli, che sono completamente appese e che quindi gravano solo sul solaio superiore, tale soluzione potrebbe generare carichi eccessivi, dando origine a possibili problemi strutturali.
Considera infatti che una lastra di vetro larga 1m e alta 2,5m pesa circa 70kg. A questo peso devi aggiungere quello della struttura che hai fatto realizzare per reggerla e anche tutto il carico che l’inquilino del piano superiore ha messo (e che tu non conosci). È proprio il tuo carico che potrebbe essere di troppo.
Non dico che il solaio ti cadrà in testa, però nel tempo potrebbe curvarsi portando a:
- Problemi alla vetrata che viene “schiacciata” verso il pavimento;
- Problemi agli intonaci superiori che potrebbero cominciare a staccarsi;
- Problemi al pavimento del piano di sopra che potrebbe cominciare a sollevarsi;
- In casi estremi il solaio potrebbe cedere.
Come fare per installare comunque una vetrata scorrevole ed evitare tutti questi problemi? Creando una struttura che distribuisce il peso dei carichi sia sul solaio superiore che sul solaio su cui poggi i piedi (il pavimento di casa tua per intenderci).
Per farti capire meglio il concetto ti faccio vedere la soluzione che abbiamo studiato insieme al mio ingegnere strutturista per la vetrata di 6m di larghezza, di cui ti sto parlando dall’inizio dell’articolo.
UNA PARETE VETRATA DI 6 METRI TOTALMENTE APPESA

In una ristrutturazione, con i proprietari abbiamo deciso di realizzare una cucina totalmente aperta sul salone. Però c’era anche la necessità di poter dividere, all’occorrenza, la cucina dal salone . Abbiamo già parlato all’inizio dell’articolo del motivo per cui questa cosa è importante.
In questo caso il fronte tra cucina e salone era di 6 metri e la soluzione per raggiungere il nostro obiettivo è stata proprio installare una parete vetrata da interni a tutta altezza.
L’altezza netta della casa era di 3 metri però, per motivi tecnici, è stato necessario controsoffittare tutta la cucina, portandola ad un’altezza netta di 2,7m. Quindi la vetrata non avrebbe potuto essere agganciata direttamente al solaio superiore.
Vista la notevole larghezza ho optato per 6 lastre larghe 1m l’una, di cui due fisse ai lati e quattro scorrevoli che, da aperte, si andavano ad impacchettare sulle fisse.
La situazione critica a cui rispondere era che, quando totalmente aperta, ai due lati sarebbero state presenti 3 lastre di notevoli dimensioni appese al binario superiore del sistema scorrevole: circa 250kg di solo vetro tutti concentrati in 1 m. Un carico decisamente importante e che, sebbene accettabile per la struttura in oggetto, non mi lasciava tranquillo.
Mi è stato subito chiaro che, vista la situazione specifica, fosse necessaria una struttura per sostenere la vetrata e che tale struttura non potesse essere solo agganciata al solaio superiore ma dovesse anche scaricare i pesi a terra. Inoltre tale struttura doveva essere sufficientemente rigida e leggera.
La soluzione è stata quella che vedi qui sotto: creare un portale in acciaio composta da due montanti laterali collegati al solaio inferiormente e superiormente, una trave sempre in acciaio saldata ai montanti e con tre agganci centrali al solaio superiore. Questi tre agganci hanno svolto un duplice ruolo: prendere parte dei carichi della parete vetrata per trasferirli al solaio superiore e impedire la flessione della trave di acciaio a causa del peso e movimento del vetro.

Il risultato di questa soluzione è stato scaricare gran parte dei carichi sul solaio. Tra l’altro la posizione dei montanti è stata individuata vicino a dei pilastri in calcestruzzo esistenti e sopra delle travi, per trovare dei punti maggiormente resistenti.
Qui sotto puoi vedere il risultato della vetrata installata:
La vetrata ha avuto un costo notevole, ma anche il portale che ho fatto installare non è costato poco (naturalmente molto meno della vetrata…).
Tutto è stato studiato al centimetro per ottenere un effetto scenico che lascia stupite tutte le persone che entrano in quella casa. Però è stato necessario progettare e predisporre tutto prima di installare la vetrata. E se non fosse stato fatto sarebbero stati dolori.
Se vuoi una vetrata per interni in casa tua, metti in conto tutto quello che hai potuto leggere in questo articolo e tieni conto anche dei costi aggiuntivi che dovrai sostenere oltre a quello della vetrata in sé.