Perché Imbiancare Casa è Importante
Imbiancare casa è un’operazione che fai sicuramente più spesso che ristrutturare. Mi ricordo, quando ero bambino, che mio padre ogni quattro o cinque anni impacchettava tutta la casa e cominciava a dare delle grandi pennellate di bianco. Una volta finito il lavoro la casa sembrava trasformata: da sporca e scura a luminosa e brillante.
Però, da quando la ristrutturazione della casa è diventato il mio lavoro, ho imparato da pittori e imbianchini che rifare la pittura è qualcosa di più complesso che prendere un pennello e cominciare a dipingere.
Ora quando un cliente mi chiede un consiglio su quale sial il migliore materiale da usare per le pareti di casa sua gli dico che deve rivolgersi ad un esperto di imbiancatura che studi il fondo esistente, valuti il tipo di pittura già presente, veda se può reggere una nuova pittura, se invece è necessario eliminarla o sufficiente passare dei fissativi, e capsca tutte le problematiche.
Solo alla fine di uno studio attendo sarà in grado di indicarti la pittura adatta. E ti assicuro che, per quante pareti io abbia visto, un pittore professionista (di quelli seri però!) ne sa mille volte più di me.
Lo stesso vale sia per una casa semplicemente da ridipingere che per una casa che viene ristrutturata totalmente e quindi sarà rifinita ex-novo.
Esperienze di Cantiere
E ti assicuro che le sorprese non mancano mai: pochi anni fa stavo seguendo la ristrutturazione di un appartamento che prevedeva di fare alcune tracce per gli impianti su una parte delle pareti.
Speravo di cavarmela semplicemente stuccando le parti di muro su cui si era intervenuti e dando una “mano di bianco” dappertutto. Credendo che fosse una cosa banale avevo sottovalutato un’analisi approfondita della vecchia tinta e quando sono arrivati i pittori in cantiere abbiamo avuto una pessima sorpresa: la vecchia pittura se ne stava venendo via come una pelle…non sarebbe stato possibile fare la nuova finitura prima di aver scrostato tutto e dato una buona mano di fissativo.
Da allora non solo guardo attentamente cosa c’è sulle pareti delle case che ristrutturo, ma presto particolare attenzione a scegliere con attenzione le pitture adatte per le esigenze della casa e dei miei clienti.
La Scienza della Pittura per Imbiancare Casa
Il tema di cui parliamo oggi quindi è “imbiancare casa”. Avremmo potuto parlare delle pitture in generale, ma sarebbe stato esageratamente lungo: i colori, le finiture particolari, le varie modalità di posa…materiale per un’enciclopedia.
Però, anche se all’apparenza può sembrare qualcosa di semplice, affronteremo il nostro tema da un punto di vista un po’più tecnico di quello che trovi in giro: non ti dirò quale è la stagione migliore per imbiancare (mi sembra banale dire in primavera inoltrata o estate quando la pittura asciuga prima…) o ogni quanti anni devi pitturare (se la pittura è sporca o rovinata te lo devo dire io che è arrivato il momento di ritinteggiare?).
Ti darò invece gli strumenti per capire esattamente quale pittura è quella adatta a casa tua e come valutare un secchio che trovi da un qualsiasi rivenditore. Troppo spesso, soprattutto ai clienti al dettaglio non professionisti, vengono rifilate schifezze come fossero le ferrari delle pitture.
Naturalmente faremo un discorso generico: non ti parlerò di questa o quella marca specifica. Con le informazioni che ti darò sarai in grado di fare le tue valutazioni a prescindere dal produttore.
Ricordati che la pittura che ricopre le pareti e il soffitto è la finitura più estesa che ti ritrovi incasa, e se non è di buona qualità può addirittura essere dannosa per la salute. Vedremo come pitture di bassa qualità possono rilasciare sostanze volatili nell’ambiente (VOC) che sono molto nocive per l’uomo.
LA PITTURA PER IMBIANCARE CASA: UNA SCIENZA ESATTA!
Ti faccio una domanda a bruciapelo: quali sono i componenti di una pittura?
Lo so che tu non sei un pittore professionista, ma ti assicuro che per scegliere la pittura giusta per imbiancare casa devi assolutamente saperlo.
Non ti voglio far diventare un chimico esperto: è inutile diventare un esperto nel valutare componente per componente tutto ciò che forma la pittura che stai per mettere in casa.
Però quando entri in un negozio di pitture ti trovi di fronte ad una distesa sterminata di possibilità, spesso con commessi che ne sanno tanto quanto te, e rischi di uscirtene con il secchio di pittura sbagliata!
Anche perchè, come sempre, se il tuo scopo è risparmiare al massimo il risultato sarà sicuramente degno della spesa…
E non pensare che se stai ristrutturando casa è sufficiente affidarti all’impresa di turno, che tanto sa lei come si fa. Anche loro spesso cercano di utilizzare materiale economico e tu devi almeno essere in grado di dare le direttive di quello che vuoi.
Quindi cerchiamo di comprendere quali sono le principali tipologie di pitture da interni sul mercato per imbiancare casa, quali devi evitare come la peste e quali devi invece capire se fanno al caso tuo.
E per farlo è necessario comprendere la formulazione base della pittura.
Come è fatto un prodotto verniciante
Le pitture per l’edilizia sono solo una parte di quelli che vengono chiamati prodotti vernicianti.
Tali prodotti sono dei liquidi, più o meno viscosi, che una volta distesi su un supporto si trasformano, per fenomeni fisici o chimici-fisici, in un film completamente aderente ad esso: si essiccano, induriscono e alla fine diventano una decorazione e una protezione per il supporto.
I prodotti vernicianti si dividono in due tipi:
- Le pitture che sono coprenti, cioè il supporto sottostante non si vede
- Le vernici che sono trasparenti, cioè fanno vedere il supporto sottostante (sebbene possano dargli una colorazione diversa)
Quello che ti dirò in questo paragrafo sono le basi di qualsiasi prodotto verniciante, per muri, per legni, per metallo, per plastica, per…. scegli tu! In fondo imbiancare non è altro che mettere un prodotto verniciante su una parete.
Quindi veniamo a noi. Un prodotto verniciante è composto dai seguenti elementi:
Un legante:
I leganti sono quasi sempre delle resine. Costituiscono probabilmente la parte più importante di tutto il composto, sebbene in alcune pitture siano in quantità modeste rispetto ad altri elementi.
Infatti è grazie al legante che la pittura aderisce al supporto (il tuo muro) e che i pigmenti non se ne cadano. In sostanza i leganti sono delle colle. Il legante più famoso, che è stato anche il più diffuso per le vernici fino ad alcuni anni fa (e ha ancora una buona diffusione) è il polivinilacetato. Che tu probabilmente conosci come vinavil.
Attualmente quelli maggiormente utilizzati nelle pitture da interni sono le resine acriliche, che ormai hanno molti anni sulle spalle (sono state introdotte massicciamente negli anni ’70) ma che sono state oggetto di continuo sviluppo e perfezionamento.
Ve ne sono anche di altri tipi, utilizzati per lo più in altri settori, sebbene possono avere un loro interesse in relazione all’edilizia: resine alchidiche (le più antiche…introdotte all’inizio del ‘900), resine epossidiche, resine al poliestere, resine poliuretaniche. Tutte queste resine sono leganti sintetici, cioè creati all’interno di fabbriche in seguito a complessi processi chimici.
Quando vedremo quali tipi di pitture ci sono in commercio, vedremo come nel passato si siano utilizzate tecniche di composizione delle pitture con materiali naturali a fare da leganti, tecniche che adesso stanno rivivendo una seconda vita per le loro caratteristiche peculiari. Stiamo parlando delle pitture a base di calce in cui il legante è il grassello di calce: una pasta ottenuta dalla cottura di roccia calcarea e successivo “spegnimento” all’interno di vasche d’acqua.
Un solvente:
In base al tipo di solvente utilizzato avviene la prima classificazione dei prodotti vernicianti. Il solvente serve principalmente per sciogliere o emulsionare la resina. Grazie al suo “lavoro” la resina diventa stendibile e quindi applicabile.
I solventi sono di due tipi:
- A solvente (non è un gioco di parole…)
- Ad acqua
Di conseguenza esistono le pitture a solvente e le pitture ad acqua (idropitture…). Il solvente più famoso è probabilmente l’acquaragia, derivato direttamente dal petrolio. Altri sono il nitro (a base di idrocarburi) o la trementina (a base vegetale).
Vi è stata nel tempo la tendenza a sostituire i solventi con l’acqua per vari motivi: principalmente l’elevato costo e l’emissione di sostanze volatili organiche in fase di asciugatura (VOC). Questi ultimi sono particolarmente nocivi per l’uomo.
Ormai tutte le pitture per interni, a maggior ragione quelle necessarie per imbiancare casa, utilizzano l’acqua come solvente. Stiamo naturalmente parlando delle idropitture. L’acqua in realtà non scioglie le resine ma ne crea un’emulsione, cioè una sostanza in cui tutti gli elementi sono finemente mescolati ma conservano le loro caratteristiche.
Dei pigmenti:
Naturalmente i pigmenti sono quella parte della pittura che fornisce il colore. In realtà nel calderone di tutto ciò che è considerato pigmento all’interno di una pittura vanno distinti due elementi: i pigmenti veri e propri e le cosiddette cariche. I pigmenti hanno lo scopo di fornire il colore e possono essere suddivisi in pigmenti organici e inorganici, oltre che in pigmenti naturali e pigmenti sintetici.
Se sulla seconda classificazione, in questa sede, c’è poco da dire, sulla prima spendiamo qualche parola. La differenza base tra i pigmenti organici e inorganici è la presenza o meno del carbonio al loro interno (organici sì, inorganici no).
Per quanto riguarda le caratteristiche generali, i pigmenti organici hanno colori più brillanti ma quelli organici forniscono una copertura migliore. Vengono usati anche in combinazione per sfruttare al meglio entrambe le caratteristiche.
Visto che questo articolo è dedicato a “imbiancare casa”, meritano la nostra attenzione i pigmenti che danno il colore bianco. Il “re” di questa categoria è senza dubbio il biossido di titanio, che fornisce i migliori risultati in termini di lucentezza, brillantezza e appunto colore bianco.
È un pigmento sintetico che viene prodotto da sole quattro industrie in tutto il mondo ed ha un costo abbastanza elevato. Proprio per questo, come vedremo parlando delle formulazioni delle pitture, viene usato sempre in piccole quantità mescolato ad altri pigmenti.
Le cariche invece sono delle polveri inorganiche, insolubili ed inerti. E soprattutto non colorano e non coprono.
Quindi a cosa servono? In sostanza servono per migliorare le caratteristiche estetiche della pittura, aumentano la permeabilità al vapore, facilitano la carteggiatura degli stucchi, migliorano la distribuzione del pigmento e in definitiva fanno diminuire il costo della pittura.
Sono quasi sempre prodotti di cava, quindi inorganici, sebbene si stiano cominciando a diffondere anche quelle sintetiche. Le più diffuse sono il talco, il quarzo, il carbonato di calcio (calcite) e il caolino. Le ultime due sono particolarmente importanti all’interno della composizione delle pitture bianche perché aiutano a fornire il colore bianco, abbattendo i costi elevati dati dal biossido di titanio.
Degli additivi:
Sono inseriti in piccole quantità e servono per ottimizzare le caratteristiche dei componenti principali della pittura. I più diffusi sono siccativi (fanno essiccare prima la pittura), antischiuma, disperdenti, addensanti, antipelle, ecc.
Ce ne sono però alcuni che sono importanti in quanto creano delle pitture con caratteristiche molto ricercate: gli additivi antimuffa e anticondensa.
Queste caratteristiche particolari infatti vengono ottenute aggiungendo ad una normale idropittura degli additivi. Chiaramente gli additivi vanno aggiunti in fase di formulazione della pittura e non successivamente.
Le Idropitture per Imbiancare Casa
Adesso che conosci i componenti base di un prodotto verniciante generico, sono sicuro che capire le diverse caratteristiche delle pitture che andremo a vedere in questo paragrafo sarà una passeggiata.
Una prima distinzione l’abbiamo già fatta e non ci torniamo ulteriormente: le pitture per imbiancare i muri di casa sono tutte idropitture. Non importa che siano traspiranti, lavabili, antimuffa…sono tutte idropitture.
Cioè il solvente è semplicemente acqua. Non ti sto dicendo che non esistono pitture a solvente ma i problemi che comportano sono tali (inquinamento, puzza, VOC, bassa traspirabilità) per cui ormai non vengono praticamente più utilizzate.
In ogni caso non tutte le idropitture sono uguali. Noi qui vedremo quelle principalmente diffuse a seconda delle esigenze e delle caratteristiche. Fermo restando che ci interessa la versione per imbiancare casa, cioè quelle che danno finitura bianca. Che comunque sono quelle maggiormente diffuse.
Quando vedremo quali tipi di pitture ci sono in commercio, vedremo come nel passato si siano utilizzate tecniche di composizione delle pitture con materiali naturali a fare da leganti, tecniche che adesso stanno rivivendo una seconda vita per le loro caratteristiche peculiari.
Stiamo parlando delle pitture a base di calce in cui il legante è il grassello di calce: una pasta ottenuta dalla cottura di roccia calcarea e successivo “spegnimento” all’interno di vasche d’acqua.
Le Caratteristiche Comuni delle Idropitture
Prima di approfondire le caratteristiche delle idropitture, chiariamo alcuni aspetti comuni legati alla composizione.
Come abbiamo visto, tali pitture sono composte principalmente da una parte che potremmo definire “colla” (emulsione di resina + acqua) e una parte data dai pigmenti. Quando vengono stese, formano un film (una pellicola) che aderisce in modo stabile sul supporto, anche in presenza di poca colla la quale serve anche a renderla maggiormente resistente.
Questa caratteristica viene comunemente chiamata lavabilità, che non significa, come si crede, che la pittura può essere lavata con una spugna e un po’ di detersivo, ma che resiste ai colpi e non fa penetrare le macchie. L’unità di misura della lavabilità sono i “colpi di spazzola”.
Ora evidenziamo come una pittura più solida presuppone una concentrazione maggiore di colla, che forma un film più denso e quindi va a diminuire un’altra caratteristica fondamentale: la traspirabilità. Vedremo anche questa caratteristica a breve.
Però risulta chiaro come una idropittura o è traspirante o è lavabile. Difficilmente può avere entrambe le caratteristiche.
Pitture a Tempera
Partiamo con una pittura che non è propriamente considerata idropittura. In realtà l’acqua è il solvente anche per le pitture a tempera, occupando tra il 25% e il 30% del suo volume complessivo.
È stata la pittura più utilizzata fino agli anni ’50 del secolo scorso e ancora oggi ha una buona diffusione, viene chiamata tempera in quanto si basa su un procedimento che prevede di stemperare (bagnare) in acqua una polvere. Tale procedimento una volta veniva fatto a mano, ora con un trapano ad elica.
Tale finitura presenta delle problematiche non indifferenti: sia i leganti che i pigmenti sono di scarsa qualità in quanto tendono a formare un film molto spesso. In particolare i pigmenti danno il colore bianco più per lo spessore che per la capacità di coprire.
Il pigmento principale utilizzato è il Bianco Meudon, detto anche bianco di Spagna: un bicarbonato di calcio ricavato da antichi giacimenti di conchiglie marine che vengono triturate e lasciate decantare.
Il risultato è una pittura che tende a sfarinare o a staccarsi dopo poco tempo. Inoltre ha la pecca che non si può pitturare sopra una precedente pittura a tempera. Quindi è necessario eliminarla prima di dare la nuova finitura.
Naturalmente non ha nessuna delle caratteristiche che vengono attualmente richieste alle pitture per interni e gli unici motivi per cui è ancora diffusa sono la sua economicità e la facilità di posa.
Viene consigliata per i soffitti o per ambienti poco frequentati (cantine e ripostigli). Personalmente te la sconsiglio per qualsiasi ambiente.
Idropitture Traspiranti
Le idropitture sono dette traspiranti in quanto permettono al muro di far penetrare (e fuoriuscire naturalmente) il vapore acqueo. Questa potrebbe sembrare una caratteristica negativa mentre in realtà è normale ed anzi essenziale per la salubrità dei muri.
Ad esempio in un bagno dove si forma molto vapore acqueo, se non potesse penetrare nel muro ma si fermasse sulla superficie dello stesso sarebbe il luogo ideale per far proliferare muffe e batteri. In questo modo il vapore penetra nella muratura lasciando la parete asciutta e viene poi rilasciato lentamente nel tempo durante il periodo estivo. Cosa differente per l’acqua che, essendo formata da macromolecole, non riesce a penetrare attraverso la pittura, quindi il muro non sarà mai bagnato.
Naturalmente la traspirabilità di una parete non è data solo dalla finitura, cioè dalla pittura, ma da tutto il pacchetto di materiali che la formano. Quindi applicare una pittura traspirante è importante ma non è sempre la soluzione a tutti i problemi.
Quando compri un’idropittura traspirante gli elementi principali che la compongono dovrebbero essere i seguenti in queste percentuali (circa):
- Acqua tra il 24% e il 22%
- Emulsione (di resine) tra il 7% e il 9%
- Biossido di Titanio tra il 9% e il 10%
- Caolino tra l’8% e il 13% (pigmento bianco più raffinato)
- Carbonato di Calcio tra il 50% e il 43%
Tutto il resto è dato da additivi vari.
NB: lo so che in alcuni casi ho scritto prima il valore più alto e poi il più basso…la prima percentuale è quella di una pittura economica, la seconda quella di una pittura di qualità.
Questa pittura presenta una resistenza (leggi lavabilità) abbastanza bassa, sotto i 3.000 colpi di spazzola. Vedremo per le pitture lavabili quanti siano i colpi di spazzola a cui resiste. Va bene per tutte le stanze dove è previsto un utilizzo normale. Potrebbe essere sconsigliato, per la scarsa resistenza, vicino alla cucina o nella parte bassa delle pareti degli uffici (le sedie ci vanno a sbattere in continuazione…).
Idropitture Lavabili
Diamo subito il parametro dei colpi di spazzola che ci scommetto non vedi l’ora di sapere: le idropitture lavabili devono resistere a più di 10.000 colpi di spazzola prima di cominciare a sfarinarsi.
Questo porta la composizione media di una pittura lavabile ad essere la seguente:
- Acqua tra il 25% e il 23%
- Emulsione (di resine) tra il 14% e il 19%
- Biossido di Titanio tra il 10% e il 13%
- Bianco Meudon tra il 10% e il 12%
- Caolino tra l’8% e il 13% (pigmento bianco più raffinato)
- Carbonato di Calcio tra il 30% e il 17%
Come vedi, è aumentata notevolmente la percentuale di emulsione, raddoppiata praticamente rispetto ad una traspirante. Per non far crescere i costi è stato inserita una percentuale di Bianco Meudon, molto più economico degli altri pigmenti, anche se non è sempre presente.
Come abbiamo già capito una formulazione del genere è meno traspirante, in compenso, oltre ad essere “lavabile”, è anche più coprente. Questo porta ad avere generalmente un ambiente meno sano, rispetto agli standard attuali, di quanto si ottiene con l’uso di un’idropittura lavabile.
Il consiglio è di applicarla solo nelle zone dove realmente ce n’è bisogno: in cucina, nella zona dove si preparano i cibi, e nelle camere dove c’è un’assidua presenza di bambini, magari limitatamente alla parte bassa delle stesse.
Idropittura Antimuffa e Idropittura Anticondensa per Imbiancare Casa
Trattiamo questi due tipi di idropittura insieme perché in entrambi i casi si tratta di soluzioni a problemi simili e strettamente collegati tra di loro, basate sull’aggiunta di specifici additivi che vanno ad agire su questi due inconvenienti che si possono verificare in casa.
Le muffe di solito proliferano in ambienti umidi e caldi quando il vapore acqueo non riesce ad evaporare o ad essere assorbito dalla muratura.
Una pittura traspirante è già una buona risposta a questo tipo di problematiche. Però sono state messe a punto delle idropitture che hanno come additivo un potente battericida che in sostanza igienizza le pareti impedendo a funghi e muffe di proliferare.
Vedremo a breve qual è il modo migliore di agire in caso di muffe e scopriremo come le pitture esclusivamente antimuffa spesso non sono la soluzione ideale.
I problemi legati alle muffe si presentano soprattutto nei bagni e nelle cucine dove, oltre alla presenza di una pittura non traspirante, non vi è una buona circolazione dell’aria (per esempio bagni ciechi senza areazione forzata) e vi è un’alta differenza di temperatura tra l’aria interna e le pareti perimetriali.
Questa è anche una delle due condizioni che favoriscono la formazione di condensa. L’altro solitamente è la presenza di tubi non coibentati all’interno delle pareti.
La formazione della condensa, che si crea anch’essa principalmente in bagni e cucine, è proprio la condizione ideale per la proliferazione delle muffe. Pertanto i due problemi sono strettamente collegati: dove c’è condensa proliferano le muffe, dove ci sono muffe probabilmente c’è condensa sulle pareti.
Anche per la condensa la soluzione migliore sarebbe risolvere il problema alla radice: cioè isolare le pareti (dall’esterno possibilmente) e isolare le tubature. Non sempre questo è possibile (in particolare isolare le pareti esterne in un condominio…), quindi si può ricorrere alle pitture anticondensa.
Queste non fanno altro che equilibrare la temperatura delle pareti rispetto a quella interna: sono delle pitture isolanti.
Naturalmente stiamo parlando di un film sottilissimo, quindi non possiamo considerarlo un vero e proprio isolamento termico (non sostituisce l’isolante!), ma interviene quel tanto che basta per eliminare il problema.
Rivestimenti Plastici
Non farti ingannare dalla foto…stiamo parlando sempre di pitture! Sebbene siamo sempre nell’ambito delle idropitture questo tipo di rivestimenti presentano alcune caratteristiche assolutamente negative. Ne parliamo perché sono state particolarmente diffuse a partire dagli anni ’50 per la loro capacità coprente, la facilità di posa e l’idea che, dato il notevole spessore, potessero risolvere eventuali problemi del supporto (non perfettamente liscio o planare).
In realtà hanno sempre presentato notevoli problemi che nel tempo ne hanno fatto diminuire notevolmente l’uso:
- Si sfogliano
- Si sfarinano
- Si sporcano facilmente
Ora vengono usate principalmente per correggere difetti di pitture plastiche esistenti ma stanno rapidamente scomparendo.
Vediamo sinteticamente gli elementi principali della formulazione, così quando andrai a scegliere la pittura per casa tua starai ben attento ad evitarle:
- Acqua circa il 7%
- Emulsione circa l’11%
- Biossido di Titanio circa il 3%
- Carbonato di Calcio circa il 26%
- Quarzo circa il 44%
Come vedi, la grande differenza con le altre pitture che abbiamo visto è la presenza di quarzo (anche in quantità importanti!) che crea il film molto spesso che non consente al muro di respirare e gli dà una sorta di rugosità (sono granelli molto piccoli ma comunque visibili ed è possibile sentirli anche al tatto).
Di solito il quarzo viene usato all’esterno perché molto resistente, ma anche lì presenta problemi dovuti alla bassa traspirabilità e sta venendo sostituito con altre tecnologie più avanzate.
Pitture a Base di Calce per Imbiancare Casa
Le pitture a base di calce non sono idropitture come le abbiamo viste finora, anche se il solvente è sempre l’acqua.
Hanno due caratteristiche, nella formulazione, che le distinguono dalle idropitture:
- Il legante non è sintetico ma è naturale
- Non formano un film protettivo ma diventano parte integrante del supporto (l’intonaco)
Le pitture, ma anche gli intonaci, a base di calce sono una tecnologia antichissima proprio in virtù dei materiali naturali da cui sono composti. Sono stati usati fino agli anni ’40, dopodiché sono stati abbandonati per il diffondersi di prodotti maggiormente resistenti e di più facile applicazione (pitture sintetiche a solventi e idropitture sintetiche).
In realtà un buon intonaco e una buona pittura a base di calce, nelle giuste condizioni, sono praticamente eterni, ve ne sono esempi provenienti direttamente dall’antica Roma.
La calce nelle moderne pitture per imbiancare casa
Negli ultimi anni sono stati riscoperti da un lato per il recupero di edifici storici e dall’altro per le loro caratteristiche di traspirabilità e permeabilità unite al fatto che sono composti da materiali naturali. L’aspetto naturale ed ecologico infatti sta assumendo sempre maggiore importanza nell’edilizia moderna.
La formulazione originaria presentava problemi di dilavamento dato dalle acque piovane e scarsa resistenza agli agenti atmosferici inquinanti, reale motivo per cui sono stati abbandonati, soprattutto con il continuo aumento delle emissioni da parte di case, auto e industrie.
Ora però le formulazioni sono state messe a punto e al composto originario sono state aggiunte modeste quantità di resine sintetiche che vanno a risolvere in gran parte i problemi a cui abbiamo accennato.
Vediamo una formulazione tipica di una pittura a base di calce:
- Grassello di calce 65%
- Emulsione 5%
- Biossido di titanio 1%
- Calcio carbonato 28%
Del grassello di calce abbiamo già parlato: si ottiene cuocendo a 900° le rocce calcaree e poi spegnendole in vasche di acqua. Da questo processo (in cui il solvente è l’acqua…) ricaviamo una pasta detta appunto grassello di calce.
Per capire bene se può essere o meno il prodotto adatto alla pitturazione di casa tua è necessario spendere due parole sul processo con cui la pittura a base di calce si asciuga: la carbonatazione. Stiamo parlando di un processo chimico, e non fisico come la semplice asciugatura per evaporazione dell’acqua che è caratteristica delle idropitture.
In sostanza il grassello di calce, dopo che l’acqua è evaporata, reagisce con l’anidride carbonica presente nell’aria formando un’altra sostanza, chiamata carbonato di calcio.
Questo processo crea un legame indissolubile (una vera e propria fusione) sia tra le molecole che formano la pittura, sia con il supporto sottostante, che fanno diventare la pittura a calce un tutt’uno con la muratura retrostante.
Questo processo però fa sì che la pittura a calce debba essere stesa su un supporto avente la stessa natura, quindi un intonaco a base di calce. Se si vuole una grana più fine (quindi una parete più liscia al tatto), sull’intonaco si può mettere un intonachino sempre a base di calce.
Quindi, se stai solo ripitturando casa e il supporto su cui pitturi non è a calce, non puoi assolutamente pensare di mettere una pittura a base di calce. Semplicemente non avverrebbe il processo chimico che le permette di asciugarsi ed aderire al supporto.
Invece se sei nel bel mezzo dei lavori per rifare la tua casa e devi reintonacare tutti i muri allora un pensiero ad un pacchetto di finitura (intonaco, intonachino, pittura) a base di calce ce lo farei.
Costa sicuramente di più ma avrai un ambiente molto salutare e che garantisce traspirabilità alle pareti e idrorepellenza.
Un’ultima nota: il processo chimico con cui la pittura a calce si asciuga avviene meglio a temperature superiori a 8 gradi, ma a temperature troppo alte comporta dei problemi. Quindi in questo caso imbiancare casa in estate non è la soluzione migliore.
Pitture ai Silicati
Le pitture ai silicati sono la soluzione migliore per gli edifici umidi. In questo caso non stiamo parlando dell’umidità data dall’utilizzo di bagni e cucine (per quanto possa essere una risposta anche a questi problemi), ma dell’umidità di risalita del terreno o comunque proveniente dall’esterno (e che si diffonde nell’ambiente interno).
Presenta delle caratteristiche per certi versi simili alle pitture a calce:
- Anche in questo caso il legante è naturale: il polisilicato di potassio (i silicati) sono dei minerali composti da ossigeno e silicio che compongono circa il 90% della crosta terrestre.
- Anche in questo caso l’adesione avviene non per essiccatura ma per un processo chimico che fa diventare la pittura un tutt’uno con il supporto.
- Anche in questo caso le caratteristiche più importanti sono l’elevata traspirabilità e permeabilità al vapore.
In più è resistente alle intemperie (quindi va bene anche per gli esterni), protegge da funghi e alghe, è stabile sia nei confronti del calore che dei raggi UV, ed è economica.
Rispetto alla pittura a calce può essere stesa su tutti i supporti minerali (gli intonaci) ad eccezione del gesso. Quindi anche in caso di ripitturazione delle pareti può essere usata a patto di raschiare la pittura esistente fino all’intonaco.
Però per essere posata richiede l’utilizzo di una serie di prodotti che devono essere coerenti con la pittura: impregnante ai silicati, fondo ai silicati, stucco ai silicati. E dovrebbe essere buona norma che a fare l’intervento sia un professionista in quanto basta un errore, anche minimo, per compromettere tutto.
Vediamo gli elementi base di cui è composta una pittura ai silicati:
- Acqua deionizzata 22%
- Silicato di potassio 28%
- Emulsione (stirolo/acrilica) 15%
- Calcio carbonato 25%
- Mica 7%
Pitture Silossaniche
Le pitture silossaniche hanno tra i composti i silossani: un composto sintetico che troviamo anche nei dentifrici. Sono l’ultima tecnologia nel settore delle idropitture e sono particolarmente apprezzate per le facciate esterne degli edifici.
Il legante ha una natura doppia, minerale + sintetica. È composto da:
- Silossani (composti di natura silicea) che garantiscono idrorepellenza e traspirabilità, con
- Emulsione stirolo-acrilica che garantisce l’adesione su tutti i supporti, anche sulle vecchie pitture al quarzo con cui sono state realizzate negli anni la maggior parte delle facciate.
Questo legante crea sul supporto una sorta di reticolo aperto, invece di un film continuo, le cui maglie sono abbastanza grandi per far passare le molecole di vapore (traspirabile) ma troppo piccole per far passare le gocce d’acqua (idrorepellenti).
Quando si sceglie una pittura silossanica bisogna fare attenzione al rapporto tra silossani ed emulsione acrilica: i primi devono essere in percentuali alte, altrimenti rischiamo di avere una normale pittura acrilica (pagandola come una silossanica però!).
Oltre alle caratteristiche che abbiamo appena detto le pitture silossaniche hanno un’alta permeabilità al vapore, resistono allo sporco, agli agenti chimici e alle piogge, e sono naturalmente antimuffa.
Vediamo gli elementi base di cui è composta una pittura ai silossani:
- Acqua 25%
- Emulsione siliconica 10%
- Emulsione (stirolo/acrilica) 12%
- Biossido di Titanio 11%
- Calcio carbonato 34%
- Microtalco 6%
Detto di tutti gli aspetti positivi, che la farebbero sembrare la pittura ideale, parliamo anche di quelli negativi: le pitture silossaniche (che ricordiamo vengono utilizzate soprattutto per l’esterno) sono un film posizionato sopra il supporto (come le normali idropitture) e formano una vera e propria barriera per l’acqua…anche quella che eventualmente è dentro la muratura.
Quest’acqua preme per uscire facendo sbriciolare la pittura ma intaccando in modo significativo anche l’intonaco. Inoltre alcuni recenti test hanno dimostrato come, in determinate condizioni, la durata dell’effetto idrorepellente non sia così lungo come si credeva.
Infine, il costo è notevolmente più alto rispetto ad una normale idropittura, proprio a causa della resina silossanica.
Insomma, tale pittura può essere la scelta migliore però solo in determinati casi che vanno attentamente studiati.
È Sufficiente la Pittura per Imbiancare Casa?
Ora sai tutto di quali sono le pitture che puoi trovare sul mercato per imbiancare casa (almeno conosci le migliori…) e sai distinguere quali possono fare o meno al caso tuo. Ma per pitturare casa è sufficiente prendere un secchio della migliore idropittura in commercio e cominciare a pennellare?
Se parli con un professionista avrai sempre la stessa risposta, cioè che la resa di una pittura dipende da due fattori:
- La tipologia di pittura che hai scelto (scarsa o buona qualità)
- Il supporto su cui vai ad applicare la pittura
Sul primo punto credo che nei due paragrafi precedenti abbiamo detto tutto quello che c’era da dire: ormai dovresti saperne di più del tuo imbianchino di fiducia. Ora spendiamo qualche parola sull’importanza del supporto e su come va preparato.
Preparazione del Supporto
Il supporto, sia che tu stia dipingendo su una pittura esistente che su un nuovo intonaco, deve essere asciutto e pulito.
Naturalmente per pulito non intendiamo che non devono esserci le macchie del tempo, ma che non ci devono essere sostanze non coerenti con il fondo. Non puoi pitturare su una macchia di pomodoro, soprattutto se nel sugo sei solito metterci tanto olio, giusto per capirci.
Spesso è possibile pitturare direttamente sullo strato di pittura sottostante, però nella maggior parte dei casi è utile fare un trattamento del supporto esistente.
Il Fondo Fissativo
Il trattamento di base consiste nel passare almeno una mano di fondo fissativo (detto anche primer). Il fondo è una sorta di pittura però trasparente e incolore. Chiaramente deve essere coerente con il tipo di pittura che vuoi utilizzare come strato di finitura.
Quindi se hai scelto un’idropittura acrilica, il fondo deve essere acrilico all’acqua, se hai scelto un’idropittura ai silicati, il fondo deve essere un fissativo ai silicati.
Il fondo isolante è utile per vari motivi:
- Riempie i buchi dando omogeneità alla superficie da pitturare
- Rende più facile l’applicazione della pittura
- Migliora la resa del colore e la sua omogeneità
- Aumenta la resa della pittura (quantità di mq pitturati per quantità di prodotto)
La formulazione di un fissativo all’acqua è più o meno questa:
- Emulsione acrilica 66%
- Acqua 30 %
- Additivi 4%
Come vedi troviamo l’emulsione (il legante sciolto con l’acqua), ulteriore acqua e alcuni additivi.
Il fatto che sia coerente con la pittura di finitura che si vuole dare è fondamentale anche al fine di garantire le prestazioni che stiamo chiedendo alla pittura. Ad esempio un fissativo come quello che abbiamo appena descritto va bene con una idropittura traspirante.
Se invece avessimo scelto un fissativo a solvente, composto in prevalenza da acquaragia e nafta, avremmo creato un fondo non traspirante, quindi la pittura, oltre ad avere problemi di adesione, in fase di posa avrebbe perso le caratteristiche per cui l’avevi scelta.
Naturalmente non è sempre sufficiente passare il primer per poter pitturare una parete. Vediamo alcuni problemi comuni.
Rimozione Completa dello Strato di Pittura Esistente
Se devi imbiancare casa ma la vecchia pittura è formata da tempere o materiali plastici non hai scelta: devi raschiare (o far raschiare) tutta la pittura esistente e ricominciare da capo.
Infatti queste pitture non possono essere coperte da una nuova pittura in quanto non rappresenterebbero un supporto sufficientemente stabile. Tra l’altro sono pitture generalmente poco traspiranti e quindi avresti problemi di salubrità dell’ambiente.
Una volta che hai raschiato tutto devi stuccare i buchi più profondi e passare con della carta vetrata per rendere leggermente rugosa la superficie in modo da migliorare l’adesione.
È possibile poi fare un trattamento chimico delle superfici murarie per migliorare la resistenza alla degradazione. Infatti il supporto (l’intonaco) potrebbe essere alcalino e potrebbe portare al distacco delle pitture dovuto alla formazione di efflorescenze. In questo caso è sufficiente lavare le superfici con soluzioni acquose debolmente acide e poi risciacquare.
A questo punto è possibile passare il fondo isolante e infine pitturare.
Come Agire sulle Muffe
Ristrutturazionepratica non è un sito di fai-da-te, ma l’eliminazione delle muffe troppo spesso è lasciato al caso, ai consigli della nonna, a quelli dei rivenditori di vernici, a quelli degli imbianchini. E quasi sempre sono consigli assolutamente sbagliati.
- La candeggina? Sbagliato.
- La carta vetrata? Sbagliato.
- La pittura antimuffa? Sbagliato.
Vediamo però perché sono tutte tre soluzioni sbagliate partendo dalla prima.
È il classico consiglio della nonna.
Ma pensaci bene: per cosa viene usata la candeggina?
Solitamente per pulire e igienizzare i pavimenti o per sbiancare i colli delle camicie. Ora guarda il pavimento di casa tua: è nero di muffe? E il collo della tua camicia?
La candeggina è un blando igienizzante che va bene per pulire superfici dove non c’è una grande concentrazione di batteri ma che, soprattutto nelle concentrazioni con cui viene venduto, non ha nessun effetto sulle muffe che infestano in gran quantità le pareti: sicuramente ti aiuta a dare una sbiancata al muro ma non risolve il problema. Infatti regolarmente le muffe si ripresentano dopo poco tempo.
Passando alla carta vetrata, che è vista come la soluzione definitiva alle muffe e che gli imbianchini spesso utilizzano in gran quantità, in realtà è forse la soluzione peggiore.
Infatti le spore delle muffe si diffondono nell’aria. Sai cosa fai carteggiando le pareti dove ci sono le muffe? Le fai svolazzare nell’aria di casa tua…così possono andarsi ad attaccare ad altre pareti e continuare a proliferare, anzi aumentano a dismisura.
Le pitture antimuffa invece non sono di per sé una soluzione sbagliata, solo che non vanno utilizzate come risposta nella fase di risoluzione del problema.
Infatti, se è vero che hanno all’interno degli antibatterici, comunque coprono e basta il problema ma non lo eliminano alla radice, perché dopo pochi anni, quando l’antibatterico termina il suo effetto, ecco che le muffe tornano come prima.
Quando devi trattare un muro infestato dalle muffe devi chiederti: perché qui si sono formate le muffe?
Lo abbiamo già detto: di solito proliferano in ambienti umidi (cucine, bagni, cantine), su pareti confinanti con l’esterno o con ambienti non riscaldati, quando le pareti non traspirano e quando non sono ben isolate.
Per evitare che le muffe continuino a proliferare devi risolvere il problema alla radice e non coprirlo o attenuarlo.
Quindi devi fare due cose:
- Sterminare le muffe
- Portare la muratura in condizioni ottimali perché non tornino
Per sterminare le muffe devi togliere loro l’habitat che adorano: l’umidità dalle pareti. Senza umidità le muffe semplicemente si seccano. Ma l’umidità di cui devi preoccuparti non è solo quella superficiale, quanto piuttosto quella penetrata all’interno delle pitture, alle volte fino alle pareti.
Quindi la prima cosa da fare non è sfregare via le muffe ma far uscire l’umidità ripristinando l’equilibrio igroscopico, cioè la capacità della finitura di assorbire il vapore acqueo e farlo evaporare.
Per farlo ci sono in commercio vari prodotti liquidi che vengono stesi sui muri fino a totale assorbimento e fanno uscire umidità e salnitro. In questo modo le muffe non hanno più terreno fertile per proliferare e, come detto, semplicemente si seccano.
A questo punto si può passare alla posa della finitura che però deve essere attentamente valutata.
La pittura antimuffa potrebbe non essere la soluzione adatta: tiene alla larga le muffe per qualche anno, ma al termine dell’effetto del suo battericida ecco che le muffe ricompaiono.
Solitamente è più utile una pittura isolante (detta anticondensa) che equilibria parzialmente gli sbalzi termici tra esterno ed interno. Ultimamente stanno comparendo sul mercato anche delle pitture che sono sia antimuffa (battericide) che isolanti.
Quanto Costa Imbiancare Casa?
Se vuoi una risposta precisa non sono in grado di dartela. Il motivo? Secondo te tutto quello che abbiamo detto finora è riassumibile in un unico prezzo indicativo?
Ti posso dire che per imbiancare casa un buon pittore che viene a casa tua, riempie le imperfezioni con lo stucco, da una mano di fondo e un paio di mani di idropittura traspirante può arrivare a chiederti 15 €/mq. Naturalmente i metri quadri sono di pareti pitturate e non di pavimento…
Se hai problemi particolari da risolvere (la muffa di cui sopra) o se decidi di utilizzare finiture particolari i costi possono aumentare ulteriormente, così come l’utilizzo di un pacchetto di finitura completo composto da prodotti a base di calce. Come sempre la qualità si paga. E per questo quando un pittore ti fa un preventivo devi chiedergli esattamente che prodotti utilizzerà.
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salve io cerco un additivo addensante per pittua acrilica o vinilica ma non lo trovo da nessuna parte, potrebbe indicarmi qualche prodotto? grazie.
Salve io cerco un additivo per pitture acriliche e viniliche, qualcosa che migliora la pennellabilità non faccia vedere le striature del pennello o del rullo. potreste indicarmi qualche prodotto ? grazie.
Buongiorno Teodora,
purtroppo io non sono un pittore professionista, quindi non conosco tutti i prodotti in commercio. Se ci fosse qualche pittore che legge potrebbe sicuramente darle una mano.