Ultimamente mi sta capitando di fare molti sopralluoghi in appartamenti in cui i proprietari hanno una precisa richiesta: realizzare un secondo bagno. Gli standard abitativi sono cambiati molti negli ultimi 40 anni e non è raro che appartamenti costruiti tra gli anni ’50, ’60 e ’70, anche a fronte di dimensioni generose, avessero un solo bagno (e al massimo una minuscola lavanderia).
Ora però anche in appartamenti piccoli avere due bagni “vivibili” è considerato essenziale per poter rispondere agevolmente ai bisogni di tutti i membri di una famiglia. Quindi realizzare un secondo bagno in casa è una richiesta comune durante una ristrutturazione.
Se anche tu stai pensando di fare “il grande salto” e dire addio ad infinite code davanti alla porta del bagno in attesa che si liberi mentre stai trattenendo a fatica i tuoi bisogni, allora in questo articolo troverai pane per i tuoi denti.
Nei prossmi paragrafi affronteremo tre punti:
- Come capire se hai gli spazi per ricavare un secondo bagno
- Quali sono i principali problemi tecnici da tenere in considerazione
- Qual’è l’iter burocratico da seguire
Lo so che la rete è piena di articoli che trattano l’argomento “realizzare un secondo bagno”, ma tutti si concentrano sugli aspetti che probabilmente sono meno imprtanti per te che devi affrontare questo intervento: cioè come ottimizzare gli spazi e che finiture scegliere. Certo, sicuramente non sono cose di poco conto, ma fidati di me se ti dico che sono aspetti di cui ti preoccuperai solo se riuscirai a rispondere in modo positivo ad altre domande: “Posso ricavare un secondo bagno in casa? Come devo fare?”
In questo articolo voglio aiutarti a dare una risposta proprio a queste domande. E se alla fine vuoi solo sapere come distribuire al meglio i sanitari nel tuo nuvo secondo bagno puoi leggere direttamente la mia guida alla ristrutturazione del bagno: in fondo primo o secondo che sia le regole che devi rispettare sono sempre le stesse (o tu quando utilizzi il secondo bagno sei diverso da quando utilizzi il primo?).
Se invece vuoi capire realmente se è possibile realizzare un secondo bagno in casa e come farlo allora continua a leggere questo articolo.
HAI GLI SPAZI NECESSARI PER REALIZZARE UN SECONDO BAGNO?

Prima di porti qualsiasi altro tipo di domanda devi dare una precisa e sicura risposta a questo problema.
Non pensare che sia sufficiente dire “vabbè, rubo un po’di spazio in camera e un po’di spazio in corridoio ed ecco il secondo bagno!”
Sarebbe troppo semplice così…
Chiaramente aggiungere una locale in una casa senza andare ad occupare nuove superfici (cioè ampliandola) ma facendola rientrare all’interno del perimetro esistente significa togliere spazio a qualche altra stanza. Lo so che ti sto dicendo una cosa scontata ma è un punto realmente importante da non prendere sotto gamba, soprattutto dal punto di vista normativo.
Infatti non basta stringere un po’ la camera da letto per dormire sonni tranquilli: probabilmente non lo sai ma ci sono delle leggi che disciplinano le caratteristiche dei locali che compongono una casa e tra queste caratteristiche ci sono anche le loro dimensioni, in particolare le superfici minime.
Attenzione che derogare da queste leggi significa perdere le caratteristiche di agibilità della propria casa!
I riferimenti di legge principali sono tre:
- Sopra tutto i regolamenti edilizi comunali
- Il decreto del ministero della sanità del 5 luglio 1975 (Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896 relativamente all’altezza minima ed ai requisiti igienico sanitari principali dei locali d’abitazione)
- Il decreto del ministero dei lavori pubblici 236/89 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche)
È possibile trovare altre leggi locali che disciplinano la questione (regolamenti di igiene per lo più) ma generalmente tutte le disposizioni che ci interessano sono contenute in questi riferimenti. Tra l’altro non è raro che i regolamenti edilizi comunali facciano riferimento in toto al decreto del 1975 e, siccome fare una ricognizione degli oltre 8000 regolamenti edilizi comunali presenti in Italia sarebbe un compito arduo, nelle prossime righe faremo principalmente riferimento a tale decreto.
D.M. 5 luglio 1975: i requisiti igienico sanitari delle case
Dedichiamo qualche parola in più a questo decreto introdotto nel 1975 perchè tra i costruttori si era diffusa l’abitudine di realizzare immobili con caratteristiche al limite dell’abitabilità: dimensioni risicate, stanze piccole, ambienti senza finestre…c’era la necessità di dare dei paletti per far vivere le persone in case decenti.
Il D.M. Sanità del 1975, tra le varie indicazioni che fornisce, ci dice alcune cose interessanti da tenere in considerazione per quanto riguarda il nostro tema:
- Una stanza singola deve essere grande almeno 9mq
- Una stanza doppia deve essere grande almeno 14mq
- In ogni appartamento/casa deve esserci un soggiorno grande almeno 14mq (al di fuori della superficie dedicata ad un eventuale angolo-cottura)
- I bagni possono essere senza finestre purchè dotati di ventilazione meccanica
Il D.M. 236/89 sulle barriere architettoniche e i regolamenti edilizi comunali
Il D.M. 236/89 è quello che disciplina il superamento delle barriere architettoniche e ci interessa solo per un dato: stabilisce la larghezza minima che può avere il corridoio di una casa in 100cm. Spesso per realizzare il secondo bagno si va a stringere un corridoio sotto queste dimensioni…e non va bene!
Infine voglio elencarti alcune caratteristiche legate ai bagni che, sebbene non presenti nelle leggi nazionali che abbiamo appena visto, sono spesso prescritte dai regolamenti edilizi comunali:
- L’obbligo di un antibagno che divida i bagni dai locali di soggiorno e dalle cucine
- L’obbligo, per almeno un bagno della casa, di essere dotato di una finestra apribile
Per avere la certezza di queste caratteristiche è necessario armarsi di buona volontà e cercare il regolamento edilizio del tuo comune (solitamente si trova sui siti istituzionali dei Comuni).
Fatta la ricognizione di queste caratteristiche prescritte per legge comincia finalmente ad esserti più chiaro il quadro? Inserendo un nuovo bagno in casa vai in contrasto con qualcuna di queste leggi?
Solitamente il rischio è quello di ritrovarsi con stanze di dimensioni più piccole rispetto a quelle previste per legge o con corridoi più stretti. Te lo ribadisco: il problema in questi casi è che casa tua non è più agibile…(se vuoi farti un approfondimento in merito all’agibilità leggiti questo articolo) e i lavori saranno sicuramente abusivi.
Come faccio a capire se il secondo bagno che voglio realizzare mi fa violare queste leggi? La dimensione minima di un bagno…
Giustamente senza sapere quanto spazio andrà ad occuparti in casa un secondo bagno non puoi sapere se il suo inserimento potrebbe o meno portarti ad andare in contrasto con le disposizioni di cui abbiamo parlato qui sopra.
La legge non prescrive delle dimensioni minime per i bagni, però voglio darti un semplicissimo numero…poi fatti i conti da solo: 4mq.
Un bagno completo (lavabo, wc, bidet, doccia) compreso di muri occupa almeno 4mq di superficie. Che vuol dire una dimensione interna di circa 1,7m*1,7m (chiaramente ipotizzandolo quadrato…). Si può derogare un po’, si può cambiare forma, si può rinunciare a qualche sanitario (il bidet?). Ma più o meno questa è la superficie necessaria.
E se non hai gli spazi per realizzare il secondo bagno?
Credo che già con questi primi paragrafi abbiamo spazzato un bel po’ di sogni ed illusioni rispetto a chi ti dice “è tutto possibile”. Non è tutto possibile ma è tutto valutabile…
Come vedrai nella terza parte dell’articolo per realizzare un secondo bagno avrai bisogno di un tecnico, quindi sarà lui a fare dettagliatamente queste valutazioni per conto tuo. Ma sono fermamente convinto che i primi ragionamenti in merito devono essere i tuoi…è inutile che ti avventuri in una cosa impossibile quando mancano i presupposti.
E se non hai gli spazi per realizzare il secondo bagno cosa fai? Se sei molto fortunato il primo bagno è talmente grande da poter essere diviso in due e quindi ricavare due bagni (però attenzione: due bagni piccoli in casa sono decisamente scomodi!). In caso contrario o cambi casa o devi continuare ad utilizzare un unico bagno e cercare di renderlo il più funzionale possibile. Statisticamente ho notato che, dopo la necessità di avere un secondo wc in casa, il motivo più frequente per cui un cliente mi chiede di realizzare un secondo bagno in casa è inserire una doccia in quanto nel bagno attuale c’è la vasca e non ci si vuole rinunciare.
La vasca da bagno è spesso vista come un sanitario obbligatorio in casa (“come, non hai la vasca in bagno?”)…ma diciamocelo, ormai non è più così: la doccia ha soppiantato nell’uso quotidiano la vasca e i disagi nel non avere la doccia sono spesso maggiori di quelli del non avere la vasca da bagno. Se proprio non vuoi rinunciare alla vasca puoi valutare di sostituire quella attuale con una vasca-doccia.
Fatta questa digressione torniamo a concentrarci su quello che ci interessa: in questo articolo stiamo vedendo come realizzare un secondo bagno, quindi dopo aver verificato la presenza di spazio a sufficienza vediamo quali sono i problemi tecnici che dovrai superare per realizzare il tuo secondo bagno.
I PRINCIPALI PROBLEMI TECNICI

Volendo sintetizzare al massimo il problema tecnico che dovrai affrontare per realizzare un secondo bagno è solo uno: l’acqua.
Da dove arriva l’acqua? E una volta che l’hai usata dove se ne va?
Ti ho già spiegato in un articolo specifico come funziona un impianto idraulico (lo trovi qui: guida al rifacimento dell’impianto idrauilico) quindi non ripeteremo nuovamente tutti i ragionamenti. Ora ti basti sapere che un impianto idraulico è fatto di due parti:
- L’impianto di adduzione
- L’impianto di scarico
Impianto di adduzione dell’acqua
L’impianto di adduzione funziona a pressione, non ha bisogno di tubi di grande diametro e realizzarlo raramente è un problema: si intercetta l’impianto esistente in un punto, si fa una diramazione e ci si porta nel secondo bagno.
Però…c’è sempre un però. Se il secondo bagno che vuoi realizzare si trova lontano dagli ambienti in cui attualmente scorre acqua (che indicativamente sono l’altro bagno e la cucina) devi pensare che per far arrivare i tubi al tuo secondo bagno dovrai:
- Rompere a terra (quindi rompere i pavimenti…)
- Se ti va bene rompere solo il muro (ma se trovi una porta da superare sei punto e a capo)
- In casi estremi prevedere un impianto a controsoffitto (vengono detti a pioggia).
Sicuramente ci saranno delle problematiche da affrontare e superare ma in fondo l’impianto di adduzione dell’acqua si riesce quasi sempre a realizzare abbastanza agevolmente.
Impianto di scarico
Il vero problema è l’impianto di scarico. Infatti tale impianto funziona a gravità: nell’impianto l’acqua scorre via perchè va verso il basso grazie alla forza di gravità. E i tubi che portano l’acqua (e tutto ciò che va insieme all’acqua) devono essere sempre in pendenza (anche nei tratti sotto al pavimento) e avere diametri adeguati (per un wc stiamo parlando almeno di 8cm di diametro). Tutti gli impianti di scarico delle acque delle case sono collegati alle fecali che non sono altro che dei tubi verticali che partono dal tetto e arrivano fino al piano della strada dove si collegano con la fognatura.
Nei tratti di tubazione a muro realizzare la pendenza necessaria non è mai un problema, nei tratti a pavimento potrebbe esserlo. Tieni presente che la pendenza minima deve essere compresa tra l’1% e il 2%, quindi tra 1 centimetro e 2 centimetri ogni metro. So che sembrano pochi ma in realtà non è proprio così…
I problemi da considerare in questo caso sono due:
- Lo spessore del massetto sotto il pavimento
- La distanza dalla fecale
Le case costruite fino agli anni ’70 erano avare di impianti e soluzioni tecniche “raffinate” come ora. Spesso (e ne ho un esempio in una bellissima casa che sto ristrutturando in questo periodo) sopra al solaio venivano gettati 3-4cm di massetto su cui si posavano le piastrelle.
Proprio per questo motivo si cercava di posizionare i bagni il più vicino possibile alle fecali (in realtà è una soluzione che vale allora come adesso, sebbene con le dovute differenze di soluzioni tecniche), così da non avere tubi che dovevano passare sotto il pavimento.
Quindi se vuoi realizzare un secondo bagno in casa devi prima di tutto individuare la fecale a cui ti allaccerai. Come hai sicuramente intuitofarlo è semplice: cerca il wc del bagno esistente e stai sicuro che lì vicino c’è la fecale.
Ora la domanda è: rispetto a questo punto, dove vuoi mettere il secondo bagno? I tubi dovranno passare attraverso stanze, superare vari muri, oppure il percorso è abbastanza breve e diretto?
Se la posizione che hai individuato per il tuo nuovo secondo bagno è distante dalla fecale probabilmente avrai dei problemi tecnici ad eseguire l’impianto di scarico. Potresti dover far realizzare dei gradini nella casa…e finchè si tratta di rialzare una parte del bagno va anche bene, ma se ti ritrovi a dover alzare una stanza da letto le cose cambiano…
Per secondi bagni lontani dalla fecale non c’è quindi nessuna soluzione possibile?
Trituratore-pompa: la soluzione per bagni “problematici”

Nel titolo di questo paragrafo ho messo il nome tecnico di un apparecchio che probabilmente non ti dirà nulla, ma ci scommetto che se lo chiamo col nome del produttore capirai subito di cosa si tratta: sanitrit.
Già sentito nominare?
Si tratta proprio di un trituratore a cui è abbinata una pompa che letteralmente spinge via i liquami. E consente di fare tubazioni di scarico con diametri molto ridotti e in orizzontale, senza pendenza. Anzi, consente di realizzare senza problemi anche un impianto a controsoffitto.
Nel caso in cui tu voglia realizzare il tuo secondo bagno dalla parte opposta della casa rispetto alla fecale questa è l’unica soluzione che puoi prendere in considerazione.
È sicuramente efficace e consente di ovviare a moltissimi problemi, però ti voglio elencare alcune controindicazioni legate all’uso:
- Non puoi buttare di tutto nel WC collegato al sanitrit. Basta un assorbente o addirittura una salvietta umidificata che potrebbe andare in blocco. Quindi gettaci solo carta igienica. (NB: vietatissimo per Bed&Breakfast!)
- Se va in blocco non è a tenuta stagna…i liquami si spargono per tutto l’ambiente…
- Se manca la corrente non puoi usare il bagno (è elettrico)
- È leggermente rumoroso (comunque non eccessivamente)
- Ha un ingombro, seppur minimo
- Teme le temperature molto alte (sopra i 50°)
A fronte di queste problematiche il consiglio è quello di usare questo sistema solo per un secondo bagno (almeno il primo funzionerà sempre!), utilizzarlo con cautela e rispettare rigorosamente tutte le prescrizioni di posa.
Bene, ora che sai se hai lo spazio a sufficienza per realizzare un secondo bagno, sai quali sono i problemi tecnici da superare, non ti resta che conoscere un’ultima cosa prima di rivolgerti ad un professionista che ti seguirà in questo intervento: gli obblighi burocratici a cui devi attenerti.
SERVE UNA PRATICA EDILIZIA PER REALIZZARE IL SECONDO BAGNO?
Partiamo col chiarire un concetto: a meno che ci siano vincoli particolari sul tuo immobile che impongano delle specifiche restrizioni (magari hai la fortuna di abitare in un palazzo storico) o che chi ha fatto il piano regolatore del tuo Comune si sia svegliato storto proibendo i secondi bagni, puoi sempre realizzare un secondo bagno in casa. Naturalmente rispettando tutte le leggi del caso.
Chiarito ciò la risposta alla domanda qui sopra è semplice ed è unica: si, devi fare una pratica edilizia per realizzare il secondo bagno.
Anzi, in realtà ne devi fare due di cui la seconda è conseguenza della prima.
Le pratiche edilizie necessarie sono:
- CILA – Comunicazione di inizio lavori asseverata
- SCA – Segnalazione certificata di agibilità
già vedo che nella tua faccia si è palesata l’espressione da “ma che rottura di p***e!”, però la situazione non è poi così grave come sembra.
Ti voglio spiegare i motivi per cui devi fare queste pratiche edilizie.
Perchè serve una CILA per realizzare il secondo bagno
L’ho scritto talmente tante volte nel blog che non saprei nemmeno a quale articolo rimandarti: la CILA è il procedimento edilizio che si applica per le manutenzioni straordinarie senza opere strutturali (cioè che intervengono sulle strutture portanti degli edifici). La manutenzione straordinaria è una tipologia di intervento che, tra le varie opere che comprende, ha lo spostamento dei muri e la sostituzione o ampliamento degli impianti, esattamente quello che farai realizzando un secondo bagno. Se non ti fidi di me puoi leggerti il D.pr. 380/2001, cioè il Testo Unico dell’Edilizia (articoli 3 e 6-bis).
Cosa comporta la CILA: la presenza di un tecnico che deposita il progetto e assevera che tutto sia a norma.
Non dovrai pagare contributi particolari se non i diritti di segreteria richiesti dal tuo Comune (ognuno decide per sè) che solitamente non superano i 200€ (alcuni comuni non li chiedono nemmeno…)
È la pratica edilizia più semplice che c’è, la presenti e puoi iniziare subito i lavori.
Perchè serve una SCA alla fine dei lavori
Con la segnalazione certificata di agibilità (cioè il vecchio certificato di agibilità) dichiari che in casa tua vi sia “la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati, valutate secondo quanto dispone la normativa vigente, nonché la conformità dell’opera al progetto presentato […]” (d.pr. 380/2001, articolo 24 comma 1)
La realizzazione del secondo bagno va a modificare qualcuna di queste condizioni?
La risposta è sì ed in parte ne abbiamo parlato all’inizio dell’articolo: modificando la dimensione delle stanze per fare posto al secondo bagno sei andato a variare le condizioni igienico-sanitarie della casa (“igiene” dell’estratto dall’articolo che ti ho riportato sopra). Quindi, anche se casa tua avesse una precedente agibilità, sei andanto a modificare alcune delle condizioni che sancivano quell’agibilità, quindi devi ri-presentare tale pratica.
Ma non è tutto: hai realizzato anche degli impianti, e non di poco conto: un ampliamento dell’impianto idrico è una cosa importante che va a influire sulla sicurezza (intesa come sicurezza impiantistica) dell’immobile e in questo caso soprattutto sulla salubrità dello stesso (pensa se l’impianto fosse fatto male e l’acqua sporca ristagnasse in casa…).
Insomma, in questo caso non hai scampo: la SCA deve essere presentata.
E ricordati che, rispetto a quello che avveniva fino a pochi anni fa quando tu chiedevi l’agibilità e il comune te la rilasciava, ora tu dichiari che il tuo immobile è agibile e il tuo tecnico lo assevera. Le responsabilità per eventuali difformità o inesattezze dichiarate sono tutte in capo tuo e del tuo tecnico. Quindi è importante fare tutto per bene.
La SCA va presentata dopo la fine dei lavori (entro 15 giorni) e generalmente ha come unico costo quello dei diritti di segreteria (simili a quelli della CILA), oltre alla parcella del tecnico che verifica e assevera che sia tutto in reagola (solitamente il progettista che ha redatto la CILA).
TI SENTI PRONTO PER PROGETTARE LA REALIZZAZIONE DEL SECONDO BAGNO?

Tutto questo lungo articolo e, come ti avevo promesso, non abbiamo parlato minimamente di distribuzione interna del bagno, forma e dimensioni, sanitari, colori, rivestimenti…
Deve esserti chiaro che quello è solo ciò che viene dopo aver verificato la fattbilità della realizzazione del secondo bagno. E sebbene le indicazioni che ti ho dato in questo articolo possano fornirti delle buone basi per capire autonomamente se puoi realizzarne uno in casa tua, avrai bisogno di un tecnico esperto che verifichi per te realmente tali possibilità, confrontandosi con leggi, regolamenti e per ultimo con la tua casa.
Quindi, tirando le somme di tutto quanto abbiamo detto in questo lungo articolo, se vuoi veramente realizzare il secondo bagno in casa devi seguire scrupolosamente questo processo:
- Fai una prima valutazione autonoma e attenta sulla possibilità di inserire un secondo bagno in casa, seguendo tutto quello che ti ho spiegato nei paragrafi precedenti;
- Affidati ad un tecnico, possibilmente specializzato in ristrutturazioni di interni, e chiedigli di approfondire tutte le verifiche, di realizzare un progetto che segua tutte le disposizioni di legge, di prepararti tutte le pratiche edilizie e di seguire la direzione dei lavori;
- Fai eseguire tutti i lavori ad un’unica impresa. Se hai letto altri articoli del blog sai che ritengo una pessima idea chiamare l’impresa edile per le opere di muratura, l’idraulico per gli impianti idrici e l’elettricista per quelli elettrici. Fatti seguire da un’unica impresa che ti garantisce la realizzazione completa del secondo bagno ti farà risparmiare un mucchio di soldi e di scocciature…ne guadagnerai in salute e serenità.
Realizzare il secondo bagno in casa è come fare una mini-ristrutturazione e quindi devi seguire tutte le stesse regole per ristrutturare che ti spiego in ogni articolo.