riscaldare casa

Riscaldare casa: le 5 regole per riscaldare casa in modo efficiente e risparmiare in bolletta

Indice

In questo articolo vedremo 5 regole per riscaldare casa che ti consentiranno di stare come un pascià mentre fuori ci sono meno 10 gradi e imperversa la peggior tempesta di neve dell’ultimo secolo senza che il contatore giri all’impazzata rubandosi tutti i soldi che stai faticosamente mettendo da parte per le ferie estive.

Ok, questa prima frase è stata un po’ ad effetto, però ti faccio una promessa: non stai per leggere l’ennesimo articolo coi soliti consigli banali e inutili che riempiono la rete all’arrivo della stagione fredda.

Non è raro che, anche in case appena ristrutturate, durante la stagione fredda non si riesca a raggiungere una temperatura decente, che ci siano zone fredde, che i consumi siano ancora elevati. In questi casi è semplice trovare in rete articoli che ti riempiono di consigli per mettere una toppa al problema. E i consigli sono sempre gli stessi, è semplice farne un elenco:

  • Installa le valvole termostatiche
  • Chiudi i termosifoni nelle stanze che non usi
  • Attento alle ore di accensione
  • Non coprire o mettere ostacoli davanti ai termosifoni
  • Inserisci un pannello isolante dietro i termosifoni
  • Abbassa le tapparelle durante la notte
  • Spegni i termosifoni di notte
  • Tieni il riscaldamento spento quando non c’è nessuno in casa o quando arieggi
  • Abbassa la temperatura del termostato a 18°
  • Usa i paraspifferi sotto la porta

Ce ne sarebbero ancora a decine e ti assicuro che sono tutti accorgimenti utili ma che non saranno mai in grado di risolvere il problema alla radice. Infatti sono delle toppe messe ad un maglione bucato.

Se in casa tua anche con il riscaldamento a palla c’è freddo, se dopo 5 minuti che hai spento i termosifoni la temperatura torna ad essere polare, se le bollette che paghi da ottobre a marzo basterebbero per sfamare un’intera nazione, allora questi consigli sono realmente inutili.

In questo articolo proveremo invece ad affrontare la questione da un punto di vista diverso: le 5 regole di cui parlo ti consentiranno di valutare in modo oggettivo quali sono le cause che adesso non ti consentono di riscaldare casa in modo efficace, che ti costringono a consumare tanto e quindi a pagare bollette astronomiche (che col caro dell’energia a cui abbiamo assistito sta diventando un problema drammatico).

Lo scopo è darti delle indicazioni realmente valide per ottenere ambienti caldi e confortevoli durante la stagione fredda e risparmiare in bolletta.

RistrutturazionePratica è un sito dedicato alla ristrutturazione, che sarebbe il momento principale in cui porre rimedio a questi problemi. Con le 5 regole andremo alla radice della questione, e ciò spesso significa attuare soluzioni non proprio indolori, adeguate soprattutto al momento della ristrutturazione. Però vedrai che, anche se non hai in programma di ristrutturare, alcune delle possibili soluzioni si possono attuare lo stesso.

LE 5 REGOLE PER RISCALDARE CASA EFFICACEMENTE

Se, dopo aver tentato di mettere in pratica tutte le cose che abbiamo elencato nell’introduzione, casa tua continua a non riscaldarsi in inverno e/o a consumare tantissimo, potresti rassegnarti all’idea di rifare l’impianto di riscaldamento.

Sostituire l’impianto di riscaldamento non è sempre la soluzione corretta.

Ristrutturazione

Infatti, anche se il tuo impianto è vecchio come la pelliccia della nonna che puzza di naftalina, potrebbe non essere lui l’anello debole. Solitamente le  reali cause del freddo in casa si annidano da altre parti.

Una casa calda e confortevole è il risultato di tanti fattori che vanno ben oltre la semplice installazione di un impianto di riscaldamento efficiente (che bada bene: è pur sempre un aspetto fondamentale!), ma che potrebbe non bastare. E, se devi ristrutturare casa, devi affrontare la questione in modo corretto e sistematico così da non sprecare i tuoi soldi in opere inutili.

Regola 1: a morte gli spifferi!

riscaldare casa: occhio agli spifferi!

È assolutamente inutile avere un impianto di riscaldamento che funziona come un orologio svizzero se poi tutti gli sforzi che vengono fatti per riscaldare gli ambienti sono vanificati da spifferi degni di una tempesta in alta quota.

La presenza di spifferi non significa solo che entra aria fredda, ma significa anche che esce l’aria calda da casa tua: considera gli spifferi come un portone sempre aperto tra casa tua e il mondo esterno.

Non fraintendermi: casa tua non deve diventare un luogo sigillato in cui non entra ed esce un filo d’aria. La ventilazione, cioè i ricambi d’aria, sono fondamentali per la salubrità degli ambienti, e si possono fare in modo mirato aprendo le finestre per pochi minuti al giorno oppure con sistemi di ventilazione meccanica controllata.

Ma gli spifferi sono qualcosa di diverso: è aria che entra ed esce 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 da finestre, porte-finestre, portoncini di ingresso…dagli infissi in sostanza.

Le vecchie finestre sono quanto di peggio ci possa essere per gli spifferi. Il problema più grosso è che mancano completamente le guarnizioni, oppure che sono insufficienti oltre che consumate.

Le guarnizioni sono strisce di gomma o altri materiali elastici, che vengono applicate alle battute degli infissi (cioè quella parte dell’anta che va a “battere” contro il telaio per chiuderle), e che garantiscono la chiusura ermetica delle finestre.

Fino all’inizio degli anni ottanta nessun infisso aveva le guarnizioni: non importava se fossero di legno o alluminio. Le battute delle finestre erano realizzate legno su legno o alluminio su alluminio. Questo non garantiva in alcun modo la chiusura ermetica in quanto legno e alluminio sono materiali rigidi, che non hanno la capacità di adattarsi l’uno sull’altro come invece fa la gomma. Quindi non si riusciva ad ottenere una chiusura ermetica e si formavano dei minuscoli spazi vuoti sufficienti però per far passare abbondantemente l’aria.

Le prime guarnizioni sono arrivate negli anni ottanta, in concomitanza con il diffondersi del vetrocamera. Ma se hai infissi risalenti a questo periodo non puoi dormire sonni tranquilli: infatti se è vero che tali guarnizioni hanno migliorato notevolmente la situazione è anche vero che erano decisamente poco performanti.

Ma gli spifferi non entrano solo dalle finestre. Un altro elemento critico sono i vecchi cassonetti delle tapparelle che presentano gli stessi identici problemi degli infissi: nessuna guarnizione e pannelli di ispezione fissati alla bene e meglio, senza nessuna cura per ottenere una sigillatura perfetta.

Come risolvere il problema degli spifferi?

Trovi in commercio tanti prodotti che ti fanno promesse mirabolanti: profili adesivi in neoprene o gommapiuma, siliconi, paraspifferi…ma dammi retta: lascia perdere! Questi rimedi fai-da-te ti fanno perdere tempo e durano meno di una stagione.

Se hai degli infissi in legno potresti pensare di far inserire (da dei professionisti specializzati naturalmente) delle guarnizioni sulle tue vecchie finestre. Ma è un’operazione abbastanza costosa che probabilmente non vale la candela: infatti alla fine ti potresti ritrovare ad aver speso un sacco di soldi per delle finestre che non fanno più passare un filo d’aria ma che, poiché hanno una singola lastra di vetro o un vetrocamera molto vecchio (e quindi con basse prestazioni) isolano pochissimo.

Chiaramente la soluzione migliore è sostituire gli infissi, anche se è una spesa importante. Ma ti assicuro che delle finestre nuove di qualità cambieranno totalmente la temperatura e il benessere che provi in casa.

A questo punto abbiamo messo a punto la prima regola: per poter riscaldare casa in modo efficiente non devono esserci spifferi.

Pensa che questo è un fattore così importante che, per testare l’efficienza delle abitazioni che ambiscono ad avere il certificato CasaClima, uno dei test che vengono fatti dopo i lavori è il blower door test. In sostanza con tutte le finestre e porte chiuse (e anche le altre parti da cui potrebbe uscire l’aria come cappe e canne fumarie) viene immessa aria ad una pressione nota: se la pressione diminuisce significa che c’è una perdita e la casa non è sigillata. E quindi non è stata fatta bene…

Regola 2: pareti calde

riscaldare casa: le pareti devono essere calde!

Gli infissi sono un elemento dell’involucro di casa tua. L’involucro di un edificio è l’insieme di tutti quegli elementi che la separano dall’esterno, intendendo per “esterno” sia l’ambiente aperto che le eventuali parti dell’edificio non riscaldate (pensa ad esempio al vano scale di un condominio).

Un involucro efficiente è senza dubbio l’elemento più importante per poter riscaldare casa in modo efficiente e quindi garantire un elevato benessere interno. Un involucro realizzato rispettando tutti i migliori parametri, anche in climi freddi, può consentire di minimizzare l’utilizzo dell’impianto di riscaldamento, rendendolo alle volte quasi inutile, e al contempo garantire delle condizioni interne che probabilmente ti sogni a casa tua.

Il principio generale è che l’involucro che racchiude casa tua deve disperdere la minor quantità di calore possibile.

Oltre alle finestre gli altri elementi che compongono l’involucro di casa tua sono le pareti, il pavimento e il soffitto (o il tetto). In questo paragrafo ci concentreremo sulle pareti perchè sono la parte predominante e più problematica del tuo involucro, però quanto diremo vale anche per pavimenti e soffitti.

Quando parliamo di pareti calde stiamo affermando che un elemento fondamentale per riscaldare casa efficientemente è che sia presente l’isolamento termico. Infatti le pareti rappresentano la maggior parte della superficie di casa tua a contatto con l’ambiente esterno, con ambienti non riscaldati (un vano scale) o con ambienti che non sai se sono riscaldati o meno (altri appartamenti). Quindi il fatto che siano isolati rappresenta un elemento fondamentale.

Fino agli anni ’80 le pareti e i solai delle case raramente erano isolate. Se pensi che la maggior parte delle case in Italia è stata costruita tra gli anni ’40 e gli anni ’80 capisci che è un problema diffuso. Tra l’altro anche in tempi più recenti le nuove costruzioni non sempre sono isolate o isolate a dovere.

Se casa tua non è isolata puoi affermare con una certa sicurezza che uno degli elementi che non ti consentono di riscaldare efficientemente, di avere condizioni di benessere e che ti fanno spendere tantissimi soldi in bolletta, è proprio questo.

Da alcuni anni si è diffusa la pratica di installare gli isolamenti a “cappotto”, chiamati così perché avvolgono gli edifici dall’esterno come fossero un cappotto. È senza dubbio il sistema più efficace per isolare ed è facilmente implementabile anche negli edifici esistenti. In compenso, se abiti in condominio, non puoi certo decidere di farlo solo a casa tua: deve essere una scelta fatta da tutto il condominio e sappiamo benissimo come sia difficile, anche con le detrazioni fiscali, far capire l’importanza di questo intervento alla maggior parte delle persone.

In questo caso non hai alternative? In realtà ce ne sono come l’insufflaggio (se le pareti esterne di casa tua sono realizzate con una camera d’aria) o l’isolamento dall’interno (a costo di perdere un po’ di superficie in casa). Non è scopo di questo articolo approfondire l’argomento (ne abbiamo parlato qui ad esempio), ogni soluzione ha i suoi pro e i suoi contro, ha costi differenti e non è detto che ce ne sia sempre bisogno. Affidati ad un bravo tecnico per trovare la soluzione migliore per il tuo caso.

Abbiamo messo a punto anche la seconda regola: tutto l’involucro deve essere isolato per disperdere la minor quantità di calore possibile.

Regola 3: l’impianto non lo progetta Bepi l’idraulico

riscaldare casa: l'impianto non lo progetta l'idraulico

Con la terza regola cominciamo a parlare dell’impianto di riscaldamento. Dopo aver ottimizzato l’involucro, che ora è perfettamente isolato e non ha nessuno spiffero malefico, il tuo obiettivo deve diventare quello di riscaldare nel miglior modo possibile l’ambiente interno e allo stesso tempo spendere il meno possibile in bolletta.

Per poter raggiungere questo obiettivo il tuo impianto deve essere dimensionato correttamente. E questa cosa non può assolutamente farla l’idraulico di turno. Non sai quante volte mi è capitato di vedere ristrutturazioni in cui sono stati spesi tanti soldi per fare il cappotto e sostituire gli infissi e poi l’impianto di riscaldamento è stato “arronzato” (scusami il termine dialettale ma rende bene l’idea) affidandosi ciecamente ai consigli dell’idraulico che lo installava.

Progettare un impianto richiede delle specifiche conoscenze di fisica tecnica, richiede di valutare tutto il sistema-casa e non solo la quantità d’aria da riscaldare, sennò che hai speso a fare tutti quei soldi in isolamento e infissi?

Ristrutturazione

La maggior parte degli idraulici (che non me ne vogliano…sono tra i miei eroi nei cantieri) generalmente propongono impianti a termosifoni perché conoscono una formuletta banale per stabilire il numero di elementi che deve avere ogni termosifone in casa: calcola il volume degli ambienti, considera che per riscaldare 1mc sono necessarie circa 30kcal (chilocalorie), trasforma le kcal in watt, prende le schede tecniche di un termosifone qualsiasi, vede quanti watt fornisce ogni elemento, et voilà ecco il tuo impianto progettato!

Tralasciando la limitatezza di vedute del considerare l’impianto a termosifoni come l’unico possibile, anche la formuletta non va bene, perché non tiene conto dell’efficienza dell’involucro. Insomma spendi tanto per isolare casa o sostituire gli infissi e poi ti ritrovi con termosifoni sovradimensionati.

Ti sembra un metodo valido?

In questo modo rischi seriamente di avere impianti sovra o sottodimensionati e di non veder scendere minimamente le bollette.

Quindi la terza regola è: l’impianto di riscaldamento deve essere progettato e dimensionato da un tecnico specializzato.

Regola 4: Siamo nel ventunesimo secolo Baby! I termosifoni li hanno inventati nel diciannovesimo…

riscaldare casa coi termosifoni? C'è di meglio!

Ripartiamo da dove ci eravamo lasciati: gli impianti di riscaldamento con caldaia e termosifoni. Poco fa ho detto che gli idraulici tendono a proporre sempre quelli perché sono semplici da dimensionare e da installare. Però è anche vero che si tratta di una fissazione della maggior parte delle persone. Per tantissimi anni l’unica tipologia di impianto di riscaldamento installata in Italia (e in gran parte del mondo) è stata questa.

Stiamo parlando di una delle soluzioni per riscaldare casa meno efficienti in assoluto: infatti i termosifoni ti consentono di sfruttare una minima parte del calore che viene prodotto dalla caldaia e un riscaldamento realizzato in questo modo comporta una serie di problemi collaterali che non devi sottovalutare.

Cerchiamo di capire quali sono le criticità di questo sistema di riscaldamento e anche quali sono i suoi punti di forza.

Criticità dei termosifoni per riscaldare casa

  • La sua gestione comporta dei costi abbastanza elevati: l’acqua che scorre all’interno dei termosifoni deve avere infatti una temperatura di circa 70° per permetterti di averne una interna di circa 20°;
  • Il benessere ottenuto non è ottimale: il riscaldamento si concentra tutto in una parte della stanza, mentre il resto rimane a temperature molto più basse. Certo può essere piacevole il calore emesso dal termosifone ma di sicuro non è piacevole allontanarsi pochi passi e sentire freddo;
  • La stratigrafia del calore è la peggiore possibile: studi hanno dimostrato che la miglior sensazione di benessere viene raggiunta dal corpo umano quando i piedi sono caldi e la testa respira aria fresca. Con i termosifoni avviene esattamente il contrario, testa calda e piedi freddi.

Il problema di base è che un impianto a termosifoni riscalda per convezione (ma in teoria vale anche per i ventilconvettori o per qualsiasi sistema “puntuale” se non dimensionato bene). In sostanza abbiamo una piccola fonte di calore (il termosifone) che deve scaldare una grossa massa d’aria. Siccome questa fonte di calore non è talmente calda da riuscire a riscaldare tutta la massa in modo uniforme riesce a scaldare direttamente solo l’aria che le si trova più vicina. Come sai l’aria calda tende a salire verso l’alto e l’aria fredda a scendere, così la massa d’aria che viene scaldata dal termosifone si muove verso l’alto lasciando spazio all’aria fredda. Il risultato di tutto ciò? Che in casa si creano delle vere e proprie correnti d’aria, che le stanze non sono scaldate in modo uniforme, che avremo la sgradevole sensazione di avere i piedi freddi e la faccia calda, che la polvere accumulata comincia a circolare per tutta la stanza creando possibili problemi di allergia…

riscaldare casa coi termosifoni: i moti convettivi
I moti convettivi generati dai termosifoni

Punti a favore dei termosifoni per riscaldare casa

  • È un sistema talmente diffuso e collaudato che la sua installazione è rapida ed economica. Certo, se scegli i termoarredi di design potresti spendere cifre significative anche per questo tipo di impianto, ma se ti accontenti di normali termosifoni potresti risparmiare molto.
  • Proprio perchè è un sistema diffusissimo è anche molto collaudato e gli idraulici sono esperti nella sua installazione. A meno che non ti rivolgi ad uno scarparo totale il lavoro sarà fatto a regola d’arte senza troppe preoccupazioni.

Proviamo quindi a fare un bilancio: l’installazione di un sistema a termosifoni è rapida ed economica ma la gestione è costosa e non ti da un benessere ottimale in casa. Per essere più terra-terra: costa poco adesso ma ti costerà tanto durante il funzionamento, sia di bollette che di salute.

Vediamo ora dei sistemi maggiormente efficienti per riscaldare casa.

Da alcuni anni i sistemi di riscaldamento si sono evoluti notevolmente: ora hai a disposizione molte tecnologie alternative e maggiormente efficienti che, seppur con un costo sensibilmente maggiore in fase di realizzazione, permettono di abbattere i costi in fase di utilizzo e di garantirti un clima interno realmente ottimale e salutare.

Non è lo scopo di questo articolo raccontarti vita morte e miracoli dei sistemi di riscaldamento moderni, però spendiamo alcune parole su quello che attualmente è considerato (probabilmente a ragione) il miglior sistema per riscaldare casa: il riscaldamento a pavimento.

Il funzionamento di questa tipologia di impianto in fondo è semplice: funziona sempre con acqua calda che, invece di essere inviata ai termosifoni per scaldare l’ambiente, viene fatta circolare in apposite serpentine poste al di sotto della pavimentazione. Vediamone pro e contro.

Punti a favore del riscaldamento a pavimento

  • Funziona per irraggiamento e non per convezione. Un sistema ad irraggiamento scalda una grande massa di aria in contemporanea, quindi evita la formazione delle correnti di cui abbiamo parlato nei sistemi a convezione e delle conseguenti differenze di temperatura tra le varie aree di un ambiente. Il riscaldamento ad irraggiamento più efficiente che c’è al mondo lo conosci sicuramente: è il sole. Una grande superficie che scalda con una potenza infinita…
    Il tuo riscaldamento a pavimento funziona esattamente allo stesso modo: è una grande superficie scaldante che riesce ad innalzare la temperatura dell’aria in modo omogeneo.
  • La gestione è economica: la temperatura dell’acqua che scorre dentro i tubi che si trovano sotto il tuo pavimento è notevolmente minore rispetto ai 70° di cui abbiamo parlato prima. Generalmente è circa la metà: l’acqua viene scaldata a 35°, rilascia il suo calore al massetto e alla pavimentazione soprastante che a sua volta lo rilascia all’aria: in questo modo ottieni facilmente una temperatura uniforme di 20° dappertutto.
  • La distribuzione del calore è ottimale: avrai i piedi caldi, il corpo caldo e la testa un po’ più fresca. La sensazione è quella di respirare sempre aria fresca, a differenza di un riscaldamento classico dove rischi di diventare paonazzo e avere i piedi gelidi. (Attenzione…la temperatura ai piedi non è così calda da dare problemi di vene varicose…)
riscaldare casa: il riscaldamento a pavimento e l'irraggiamento
Il riscaldamento a irraggiamento dei pannelli radianti

Per ora bastano questi tre vantaggi, anche se ce ne sarebbero molti altri. Vediamo però anche quali sono gli svantaggi.

I contro del riscaldamento a pavimento

  • Metterlo in opera ti costerà di più, e dovrà essere fatto con molta attenzione da posatori qualificati. Pensa che basta sbagliare l’essiccazione del massetto che copre i tubi per rischiare di avere grossi problemi con la pavimentazione. Solitamente chi produce riscaldamenti a pavimento ha le proprie squadre di posatori specializzati e non si affida all’idraulico di turno che ti fa l’impianto di scarico del bagno.
  • Durante il periodo di riscaldamento deve rimanere costantemente acceso: la temperatura dell’acqua che scorre nei tubi viene modulata a seconda delle ore della giornata (con una programmazione automatica) e della temperatura ambiente che deve esserci, ma non può mai essere completamente spento. Questo perché tale sistema non produce caldo istantaneo come i termosifoni ma ci vuole un po’ di tempo per alzare la temperatura dei massetti e conseguentemente dell’aria.
    Oh, intendiamoci: non è un vero e proprio svantaggio…però per chi è abituato ad accendere e spegnere il riscaldamento all’occorrenza potrebbe essere un cambio di abitudini notevole.

Quindi ti ho convinto che forse l’impianto con i termosifoni non è proprio il migliore per riscaldare casa tua e ce ne sono altri più efficienti? Quello a pavimento è solo un esempio, magari non è neanche il più giusto per casa tua e per il clima in cui vivi…il tecnico che ti seguirà nella progettazione dell’impianto potrà darti un grosso aiuto a scegliere…e poi c’è sempre la tua curiosità che potrà farti approfondire altre possibilità.

Abbiamo messo a punto anche la regola quattro: ci sono tecnologie innovative e maggiormente efficienti per riscaldare casa rispetto ai termosifoni.

Regola 5: Ama e rispetta il tuo impianto finché morte (la sua…) non vi separi

per riscaldare casa devi amare il tuo impianto

Questa regola vale per tutti i tipi di impianto e, devo ammetterlo, assomiglia molto ai consigli di cui parlavamo all’inizio dell’articolo: la manutenzione annuale è obbligatoria. Non solo quella della caldaia, che è prescritta per legge. Ogni anno dovresti far controllare (o controllare in prima persona) il tuo impianto per verificare che tutto sia in regola. Dopo molti mesi di inutilizzo la sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo.

In realtà questo consiglio è maggiormente valido per coloro che hanno un impianto di tipo classico cioè con i termosifoni. Infatti un impianto a pavimento può essere usato anche per il raffrescamento estivo (con i dovuti accorgimenti) e quindi potrebbe in buona sostanza essere attivo, e quindi monitorato, tutto l’anno.

Ma i termosifoni no: li spegni in primavera e li riaccendi in autunno.

Ristrutturazione

Ci scommetto che sai qual è una delle cose che devi assolutamente fare ogni anno prima di far ripartire tutto: sfiatare i termosifoni. Devi far uscire tutta l’aria che si è accumulata nel circuito del riscaldamento, altrimenti rischi di avere un impianto già poco efficiente di suo che non riscalda nemmeno: le bolle d’aria possono bloccare la corretta circolazione dell’acqua calda e quindi non farla arrivare a tutti i termosifoni, facendoti rimanere al freddo nonostante tutti i soldi che spendi di bollette, e inoltre possono provocare delle forti vibrazioni nei termosifoni stessi rischiando di comprometterne la stabilità.

Quando parliamo di mantenere in perfetta efficienza l’impianto però dobbiamo pensare a tutti gli elementi di cui abbiamo parlato in questo articolo, quindi anche l’involucro. Isolamento e infissi meritano la stessa attenzione dell’impianto.

Non voglio dilungarmi oltre con questa quinta regola poiché c’è veramente poco da aggiungere: mantieni l’impianto sempre in perfetta efficienza e continuerà a darti le soddisfazioni che cerchi.

LA VERITÀ NON È PER TUTTI. LO È PER TE?

la verità su come riscaldare casa...vuoi saperla?

Dopo la frase ad effetto iniziale anche il titolo di questo paragrafo non scherza…

Tornando seri, le cinque regole di cui abbiamo appena finito di parlare tentano di affrontare la questione del riscaldamento da un punto di vista più ampio e globale rispetto ai consigli una tantum che puoi trovare in giro.

In sostanza abbiamo detto che riscaldare non è solo un problema di riscaldamento.

E per arrivare a questa conclusione abbiamo affrontato la questione con una forma mentis che dovrebbe accompagnare chiunque deve ristrutturare casa: analizzare il problema nel modo corretto, andare alla radice del problema e risolvere il problema a quel livello. Sennò ci ritroviamo nella situazione di chi pensa di risolvere la muffa in casa pitturandoci sopra con una vernice antimuffa: al momento risolvi, ma se non trovi la causa della muffa quella torna.

Sono consapevole che seguire le 5 regole di questo articolo (soprattutto le prime quattro) nella maggior parte dei casi richiede interventi radicali in casa: sostituire gli infissi, realizzare un cappotto termico, rifare l’impianto di riscaldamento…sono tutte opere costose sia in termine di soldi che di disagi. E che possono essere messi in pratica quasi esclusivamente all’interno di un intervento generale di ristrutturazione della casa.

Ma se in casa tua durante l’inverno, nonostante il riscaldamento acceso a palla, continui a non stare bene, oppure le bollette sono come il PIL di un piccolo stato centrafricano, questa probabilmente è l’unica soluzione che consentirà di risolvere realmente il problema.

Puoi scegliere tra spendere ogni anno dei soldi per trovare la soluzione miracolosa da applicare al tuo vecchio impianto, oppure spendere tanti soldi una volta sola per trovare veramente la soluzione definitiva (ricordati comunque che ci sono sempre le detrazioni fiscali).

Lo so che ristrutturare è un impegno economico (e non solo) importante. Per questo, quando arrivi alla conclusione che sia l’unica strada percorribile, non puoi farlo in modo leggero. Hai bisogno della forma mentis di cui abbiamo appena parlato.

0 Responses

  1. Ristrutturazione
  2. Ciao Alessandro, ti faccio i complimenti per l’articolo e ti ringrazio per aver inserito il reindirizzamento al mio post su “come sfiatare i termosifoni”, a presto! Ivan Bia

    1. Ciao Ivan…grazie a te per quell’articolo! Spiega in modo chiaro e semplice come vanno sfiatati i termosifoni “a regola d’arte”. Mi sono accorto che stesso l’ho sempre fatto nel modo sbagliato…

  3. Cosa ne pensa dei sistemi smart come netatmo? Possono controllare ogni termosifone rapidamente ed in modo selettivo consentendo un notevole risparmio. Non so se hanno la stessa efficacia con i pannelli radianti che per natura hanno molta inerzia. Devo ristrutturare casa e non so cosa sia meglio fare. Ho le idee chiare sul benessere che offre un sistema a pannelli, ma è lento nel attivare le variazioni compatibili con un sistema smart.
    Cosa mi consiglia?

    1. Salve Luciano, non conoscevo il sistema netatmo, me lo sono andato a vedere ed effettivamente è molto interessante, la ringrazio per la segnalazione. Di sistemi domotici ce ne sono molti però questo è il primo che vedo riesce a comandare le singole valvole termostatiche dei termosifoni. Sul fatto dell’efficienza stiamo comunque parlando di un sistema a termosifoni che, per quanto molto sofisticato come questo, comunque si porta dietro tutte le pecche del caso. Non riesco a capire se il risparmio di consumi sbandierato del 37% sia solo virtuale o reale in quanto da una parte dicono che sia statistico sui sistemi installati e dall’altra frutto di uno studio teorico…
      Per quanto riguarda i pannelli radianti ha perfettamente centrato uno dei noccioli della questione: non hanno risposte istantanee, ma questo aspetto non deve essere valutato in comparazioni ai sistemi smart (per smart intendiamo nella sostanza domotico: cioè programmabile e controllabile anche fuori casa, in questo senso anche un riscaldamento a pavimento può essere gestito in modo smart), bensì comparate al riscaldamento a termosifoni in genere. Il fatto è che con un sistema a pannelli radianti deve esserci una programmazione precisa a monte, poichè la temperatura del massetto sotto cui è posato non dovrà mai scendere sotto una certa soglia. Il beneficio è che la casa non sarà mai veramente fredda, pertanto anche gli innalzamenti di temperatura saranno ottenuti in tempi comunque accettabili.
      In realtà, dal mio punto di vista, ciò che dovrebbe portarla a scegliere tra uno o l’altro sistema di riscaldamento sono anche altri fattori: fermo restando che il benessere generale di un riscaldamento a pavimento è maggiore, la casa da ristrutturare solitamente sarà vuota durante la giornata? Cioè lei e chi abita con lei esce al mattino presto e torna a sera tardi? E’ chiaro che se state in casa solo pochissime ore potrebbe ritenere valido anche un sistema di riscaldamento classico. Allo stesso modo credo che sia importante valutare dove si trova la sua casa: ci sono alcune zone d’Italia (è vero: limitate) dove il riscaldamento è realmente necessario solo poche settimane all’anno. In questi posti forse la spesa per un radiante sarebbe inutile. Infine con la ristrutturazione avrà modo di intervenire anche sull’involucro (anche solo gli infissi)? Con un involucro poco performate anche le prestazioni di un radiante diminuiscono notevolmente.
      Ci sono vari aspetti da considerare nella decisione di un sistema di riscaldamento rispetto ad un altro, di cui la parte smart forse non è quella predominante: in fondo stiamo parlando di applicazioni tecnologiche che sono in continua evoluzione, quello che oggi è il meglio tra poco potrà essere totalmente superato. Se la sua esigenza è passare da una casa fredda a una calda in pochissimo tempo allora i termosifoni con un sistema tipo netatmo sono assolutamente validi. Però consideri che continuano ad avere tutti i “difetti” di un sistema a radiatori.

    2. Salve Luciano, non conoscevo il sistema netatmo, me lo sono andato a
      vedere ed effettivamente è molto interessante, la ringrazio per la
      segnalazione. Di sistemi domotici ce ne sono molti però questo è il
      primo che vedo riesce a comandare le singole valvole termostatiche dei
      termosifoni. Sul fatto dell’efficienza stiamo comunque parlando di un
      sistema a termosifoni che, per quanto molto sofisticato come questo,
      comunque si porta dietro tutte le pecche del caso. Non riesco a capire
      se il risparmio di consumi sbandierato del 37% sia solo virtuale o reale
      in quanto da una parte dicono che sia statistico sui sistemi installati
      e dall’altra frutto di uno studio teorico…

      Per quanto riguarda i pannelli radianti ha perfettamente centrato uno
      dei noccioli della questione: non hanno risposte istantanee, ma questo
      aspetto non deve essere valutato in comparazioni ai sistemi smart (per
      smart intendiamo nella sostanza domotico: cioè programmabile e
      controllabile anche fuori casa, in questo senso anche un riscaldamento a
      pavimento può essere gestito in modo smart), bensì comparate al
      riscaldamento a termosifoni in genere. Il fatto è che con un sistema a
      pannelli radianti deve esserci una programmazione precisa a monte,
      poichè la temperatura del massetto sotto cui è posato non dovrà mai
      scendere sotto una certa soglia. Il beneficio è che la casa non sarà mai
      veramente fredda, pertanto anche gli innalzamenti di temperatura
      saranno ottenuti in tempi comunque accettabili.

      In realtà, dal mio punto di vista, ciò che dovrebbe portarla a scegliere
      tra uno o l’altro sistema di riscaldamento sono anche altri fattori:
      fermo restando che il benessere generale di un riscaldamento a pavimento
      è maggiore, la casa da ristrutturare solitamente sarà vuota durante la
      giornata? Cioè lei e chi abita con lei esce al mattino presto e torna a
      sera tardi? E’ chiaro che se state in casa solo pochissime ore potrebbe
      ritenere valido anche un sistema di riscaldamento classico. Allo stesso
      modo credo che sia importante valutare dove si trova la sua casa: ci
      sono alcune zone d’Italia (è vero: limitate) dove il riscaldamento è
      realmente necessario solo poche settimane all’anno. In questi posti
      forse la spesa per un radiante sarebbe inutile. Infine con la
      ristrutturazione avrà modo di intervenire anche sull’involucro (anche
      solo gli infissi)? Con un involucro poco performate anche le prestazioni
      di un radiante diminuiscono notevolmente.

      Ci sono vari aspetti da considerare nella decisione di un sistema di
      riscaldamento rispetto ad un altro, di cui la parte smart forse non è
      quella predominante: in fondo stiamo parlando di applicazioni
      tecnologiche che sono in continua evoluzione, quello che oggi è il
      meglio tra poco potrà essere totalmente superato. Se la sua esigenza è
      passare da una casa fredda a una calda in pochissimo tempo allora i
      termosifoni con un sistema tipo netatmo sono assolutamente validi. Però
      consideri che continuano ad avere tutti i “difetti” di un sistema a
      radiatori.

    3. Buonasera Alessandro, non trovo più la sua risposta nel blog, ma ho potuto leggere la notifica via email.

      Volevo aggiungere che la casa è disposta su due piani di cui il piano superiore non subirà la ristrutturazione e continuerà ad essere riscaldato con radiatori tradizionali (in questo caso di ghisa).
      Quindi mi ritroverei a dover riscaldare con un sistema a 2 zone e 2 temperature. Un primo progetto che mi è stato proposto è risultato dispendioso poiché prevedeva uno kit di gestione di bassa/alta temperatura (credo comprendente un miscelatore) e un accumulatore di acqua (che recupererebbe anche parte dell’acqua di ritorno dei radiatori) con un costo totale superiore a 10.000 euro (compreso il sistema radiante a pavimento). Inoltre la caldaia non avrebbe il massimo del rendimento perché lavorerebbe comunque ad alta temperatura. Credo che il sistema smart di netatmo, di tado o honywell possano farmi comunque risparmiare sui consumi e sulla realizzazione dell’impianto. Grazie ancora per essersi interessato all’argomento. Buona serata, Luciano.

      1. Salve Luciano, non ho capito come mai la risposta precedente non è stata pubblicata…ho provato a reinserirla tale quale.
        Chiaramente avere due sistemi di riscaldamento differenti in casa non consente a nessuno dei due di funzionare in modo totalmente efficiente. Per sapere se uno o l’altro sistema la faranno risparmiare dovrebbe chiedere una simulazione al suo progettista.
        Ad essere sincero il costo non mi pare eccessivo, però mi mancano troppi parametri per valutare correttamente.
        Non ho capito se il progetto che le hanno proposto è stato fatto da un progettista termotecnico o da un rivenditore. Il consiglio è di farsi seguire da un progettista perchè (in teoria) non dovrebbe avere interesse a venderle uno specifico sistema ma ad offrirle la migliore soluzione per le sue esigenze e quelle della sua casa. Magari si sta muovendo in questa direzione ma non mi è chiaro dai suoi messaggi.
        In ogni caso, purtroppo, valutare una situazione complessa come il miglior sistema di riscaldamento per una casa sulla base di poche informazioni risulta essere alquanto difficile. Quello che le posso dire non può altro che basarsi su principi generali, ma il caso specifico necessita di valutazioni specifiche approfondite.

  4. Grazie dell’articolo.
    Nel mio caso ho scoperto che spendevo un sacco di riscaldamento per via dei muri pieni di umidità (di risalita).
    Mi hanno spiegato che sale dal terreno ed entra nei muri. Contamina l’aria e aumenta la sensazione di freddo.
    Ho installato uno di quei dispositivi elettrofisici di cui si parla tanto ed ha funzionato.
    In casa è andato via l’odore di muffa e si sta decisamente meglio. Anche l’intonaco è rimasto a posto, mentre prima si sbriciolava nella parte bassa.
    Sono andato su http://www.taletesrl.com se vi interessa.
    Spero di essere stato utile.

    1. Salve Nicola, mi fa piacere che abbia risolto il suo problema, l’umidità è causa non solo di sensazione di freddo ma di problemi di salute.
      Chiaramente l’umidità di risalita si presenta nelle pareti ai piani bassi, quelle a contatto o più vicine al terreno.
      Le soluzioni tipo quelle dell’azienda di cui ha lasciato il link sono sicuramente ottime, anche se la soluzione definitiva a questi problemi, quando possibile, dovrebbe essere “fisica”, cioè impedire all’umidità di risalire. Spesso un sistema areato realizzato con casseri a perdere per separare il pavimento dal solaio di fondazione risulta essere la soluzione migliore. Ma mi rendo conto come non sia economica nè tantomeno sempre attuabile.
      Grazie della segnalazione.

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