Da qualche anno, nell’ambito della ristrutturazione, è diventato di moda il termine relooking. Una parola inglese per descrivere qualcosa che sembra nuovo ma non lo è. Infatti il relooking non è altro che cambiare le finiture di una casa, con lo scopo di rendere attuale uno stile vecchio o (più spesso) inserire uno stile dove manca.
Nell’articolo di oggi vedremo in cosa consiste un intervento di relooking e quali sono i suoi limiti, aspetto importante soprattutto per capire quale sia il professionista adatto a cui rivolgersi. E infine ti mostrerò il progetto di relooking di casa mia, con i costi reali per realizzarlo.
Se tu dicessi ad un tecnico di voler fare il relooking di casa tua, nel caso in cui conoscesse il termine (oggettivamrente è ancora poco diffuso in Italia), probabilmente penserebbe immediatamente a delle opere di manutenzione ordinaria, perché in fondo si tratta di questo. Infatti la manutenzione ordinaria è il termine tecnico-normativo in cui rientrano tutti i lavori di modifica delle finiture.
Ma “manutenzione ordinaria” è meno suggestivo di relooking (e non è nemmeno corretto al 100%, diciamo al 95%)…quindi qualcuno ha pensato di importare dagli Stati Uniti questo termine. Vuoi mettere dire ad un amico/a “ho fatto il relooking di casa”? Ti fa sentire più figo e sofisticato rispetto a “ho fatto qualche lavoro in casa”.
Però il relooking non è una ristrutturazione…allora di cosa parliamo?
RELOOKING: COS’È E COSA NON È
Ho scritto da poco un articolo in cui abbiamo visto una per una tutte le definizioni e categorie che possiamo trovare nel macrocosmo della ristrutturazione. Purtroppo c’è una grande confusione e non capirci nulla quando si approccia per la prima volta la questione è normale (anche per i professionisti).
Se stai per intraprendere la strada di lavori in casa, fare chiarezza in questo caos è fondamentale, trovi l’articolo qui: Home styling, relooking o staging? Scopri le differenze e i professionisti a cui affidarsi.
Naturalmente il relooking fa parte di questo macrocosmo e ne ho parlato nell’articolo che ti ho linkato qui sopra. Però è il caso di approfondire un po’ di più.
Intanto diciamo che il termine corretto è “home relooking” perché il relooking generico si può fare di tutto (un’auto, un guardaroba, una persona…). Noi naturalmente ci limitiamo al mondo della casa (home per l’appunto).
Quando parliamo di home relooking intendiamo tutti gli interventi che modificano l’aspetto esteriore di una casa. Stiamo quindi parlando delle “finiture”: pavimenti, rivestimenti, porte, pitturazioni, etc. A cui vanno aggiunti gli arredi, che possono essere su misura o da industria, e naturalmente tutta l’oggettistica che è presente in una casa.
Lo scopo di chi progetta interventi di relooking è quindi dare un nuovo aspetto alla casa, o ad alcuni ambienti della stessa, ponendo l’attenzione sulla ricerca di uno stile e di un design armonioso e coerente.
Ma il relooking non ha niente a che vedere con la ristrutturazione di una casa, che prevede interventi ben più approfonditi e invasivi.
Per dare sostanza a questa affermazione vediamo anche l’interpretazione che la normativa italiana dà agli interventi di relooking. Naturalmente nella legge non troverai scritto da nessuna parte il termine “relooking”, ma noi sappiamo che la modifica delle finiture rientra nel calderone delle opere edili: quando cambi un pavimento, un rivestimento, le porte o gli infissi, stai facendo opere edili. E la legge italiana si occupa proprio di opere edili (e impiantistiche).
A tal proposito il nostro riferimento è il Testo Unico dell’Edilizia (d.pr. 380/2001), di cui ti ho già parlato tante volte, che definisce le cosiddette categorie di intervento (articolo 3).
La prima di queste è la «manutenzione ordinaria»:
«interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti»
A questa definizione dobbiamo aggiungere anche quanto ci dice il glossario dell’edilizia libera, a cui ho già dedicato un articolo che puoi leggere qui: Come ristrutturare casa senza progettista e pratica edilizia. Questo glossario in sostanza definisce in modo più preciso tutti gli interventi sintetizzati nella definizione che abbiamo riportato qui sopra.
Ma quello che interessa a noi è se la legge mette delle limitazioni alla possibilità di fare questi interventi e se richiede pratiche edilizie.
La risposta è negativa in entrambi i casi: nessuna limitazione alla possibilità di fare questi interventi (tranne per gli edifici con vincolo culturale) e nessuna pratica edilizia.
In fondo se rientrano nel glossario dell’edilizia libera non potrebbe essere diversamente. E ci mancherebbe anche il contrario: sono opere che servono per mantenere in efficienza la casa…
Cosa non rientra nel relooking
Ora però vediamo cosa non puoi far rientrare nella definizione di relooking. O meglio, vediamo quali sono gli interventi che fanno sfociare il relooking in una ristrutturazione vera e propria (o home restyling per dirla all’inglese).
Il relooking non comprende interventi di:
- Demolizione e costruzione di murature e tramezzi;
- Spostamento e cambio di dimensione di finestre e porte;
- Rifacimento degli impianti (attenzione: non integrazione ma rifacimento);
- Opere strutturali in genere.
Questi interventi, a livello normativo, ci portano nella categoria della manutenzione straordinaria (o superiore) e a livello pratico ci fanno entrare nel mondo della ristrutturazione vera e propria. Se prevedi di farne anche solo uno non stai più facendo un semplice relooking.
Naturalmente non sono opere vietate: le modifiche interne sono (quasi) sempre permesse. Ma facendole cambi completamente tipologia di intervento.
Questa precisazione è importante anche per definire le competenze delle figure professionali a cui rivolgersi.
Chi può occuparsi di un progetto di relooking?
La risposta è più banale di quello che pensi: tutti possono farlo. Anche tu. In fondo si tratta di scegliere finiture e arredi.
Sia chiaro: questo non significa che si tratti di una cosa banale e alla portata di tutti. Oggettivamente la maggior parte delle case sono delle accozzaglie di cose buttate a caso, come se fosse esplosa una bomba di pittura in mezzo alle stanze (anche quelle di chi pensa di aver fatto una casa bella…).
Per questo ci sono delle figure professionali, che stanno cominciando a diffondersi anche in Italia, e che si occupano professionalmente di relooking. Spesso sono tecnici (soprattutto architetti) che si concentrano in questa particolare nicchia.
Non è raro che gli architetti (o i tecnici in generale) che si occupano di relooking non siano abilitati, cioè non abbiano superato l’esame di stato, essenziale per ottenere l’agognato timbro necessario a firmare e timbrare i progetti (quelli di ristrutturazione vera e propria per intenderci). Per il relooking, non essendo richiesta pratica edilizia, non è necessario tale requisito. Questo fa sì che spesso chi si occupa professionalmente di relooking possano essere anche semplici appassionati che hanno seguito un corso di formazione e non tecnici veri e propri.
E finché i lavori da fare rientrano effettivamente nel relooking, per come lo abbiamo definito pochi paragrafi fa, va tutto bene, rivolgiti a chi vuoi tu (o fallo da solo). Però appena sfociano nella ristrutturazione (Home restyling in inglese), allora bisogna cominciare a mettere dei paletti: servono obbligatoriamente dei tecnici abilitati. E non perché lo dico io, ma perché lo dice la legge.
Mi permetto un consiglio: se non sai bene che lavori sono necessari in casa, o se parti già con l’idea di rifare gli impianti o spostare le pareti, affidati senza esitare ad un tecnico abilitato. Un architetto, un ingegnere, un geometra, che però sia abilitato a svolgere la professione, cioè che abbia il timbro e possa firmare eventuali pratiche edilizie (e che lo faccia…). Chiedi subito alla persona a cui ti vuoi affidare se può farlo e non accontentarti della risposta “la pratica la facciamo fare a un tecnico di nostra fiducia”.
Se un soggetto non abilitato si occupa di cose al di fuori della sua competenza (ridisegna la distribuzione interna degli ambienti) sta facendo esercizio abusivo della professione. E andrebbe denunciato.
Ma non fraintendermi: il motivo non è tanto la mancata possibilità di firmare le pratiche edilizie, quanto le competenze tecniche e normative in altri settori cruciali. Leggi e normative di settore, regolamenti igienico-sanitari, impiantistica, strutture, etc.
In una casa non si scherza! E ognuno deve fare il proprio lavoro.
IL RELOOKING DI CASA MIA

Dopo questa prima parte un po’ più generica ti voglio parlare del progetto di relooking che ho fatto per casa mia. Qui sopra puoi vedere una foto di come ho cambiato l’ambiente principale, il soggiorno. Occhio che non te ne sto parlando perché ritengo che sia particolarmente bello o perché vada preso ad esempio, ma perché ritengo rispetti il canone principale di un intervento di relooking: cioè dare un aspetto totalmente nuovo ad un ambiente lavorando solo sulle finiture e gli arredi. E inoltre posso farti vedere anche quanto costa un intervento del genere senza problemi di privacy…
Partiamo da una premessa: il relooking ha senso solo se la casa è abbastanza nuova o se ha ricevuto una buona ristrutturazione da poco tempo.
Infatti, andando ad intervenire solo sulle finiture, non si interviene su quelli che sono i reali problemi che si porta dietro una casa con 30 o 40 anni sul groppone: principalmente impianti vecchi e distribuzioni interne datate (o sbagliate). E se ad una distribuzione interna sbagliata ci si può fare l’abitudine, un impianto vecchio prima o poi ti supplicherà di andare in pensione. E per sostituire un impianto bisogna “scassare” muri o pavimenti. Andando a rovinare le bellissime finiture costate un occhio della testa che hai fatto fare con il tuo intervento di relooking.
Quindi il primo consiglio che ti do è valutare bene se a casa tua sia sufficiente un intervento di relooking o se sia invece necessario un restyling vero e proprio (cioè una ristrutturazione).
Venendo alla mia casa, si tratta di un piccolo appartamento di 70mq in cui mi sono trasferito da poco. Era stato ristrutturato recentemente dalla precedente proprietaria, che tra l’altro, dopo aver fatto i lavori, non ci aveva praticamente mai abitato. Quindi la casa era veramente nuova.
E quando dico ristrutturato intendo ristrutturato per davvero: nuova distribuzione interna, nuovi impianti, nuovi infissi, nuove porte, pavimenti, rivestimenti, sanitari…Una ristrutturazione come si deve. Di sicuro con qualche difetto a livello di progettazione (basta vedere la posizione della televisione…) e distribuzione interna (nonostante ci fosse lo spazio manca una lavanderia con lavatoio), di esecuzione dei lavori e degli impianti, ma cose su cui si può sorvolare.
Quello che proprio non riuscivo a farmi piacere erano le finiture: pavimenti, rivestimenti e pitturazioni erano lontani anni luce da tutto ciò che mi piace. E inoltre mancava un vero progetto di interior design, gli abbinamenti sembravano messi un po’ a caso e l’atmosfera della casa aveva un ché di straniante.
Il pavimento era in grès porcellanato effetto legno decapato, posato in diagonale rispetto alle pareti: non ti devo dire io che questa del grès porcellanato effetto legno è una moda senza argini (forse ultimamente un po’ di meno per fortuna), a cui io sono totalmente contrario.
A questo pavimento facevano da contraltare molte (troppe) pareti verde brillante…a me il verde piace, anche se difficilmente lo userei in casa mia in qualsiasi declinazione, però questa era una tonalità decisamente sbagliata. Mi sono detto che forse l’intento era imitare il verde di un prato, ma in questo caso si sarebbe potuto optare piuttosto per il verde verticale stabilizzato (cioè piante vere…).


Ad ogni modo la casa è un posto in cui riuscire a stare bene, e io non ci sarei mai riuscito con queste finiture. Anche con un buon arredo avrei sempre avuto davanti agli occhi quel pavimento che mi faceva venire i brividi. Così ho deciso di re-immaginarmi la casa e ho sviluppato un progetto di relooking che ha compreso la sostituzione di queste finiture e l’integrazione di quelle nuove con gli arredi. Il progetto ha riguardato tutta la casa ad eccezione dei bagni che, anche se non mi entusiasmano, sono comunque nuovi e che potrò modificare in seguito (per essere sinceri: non avevo i soldi).
Inoltre ho mantenuto l’arredamento della cucina, lasciata dal vecchio proprietario, e inserita nell’open space principale che, sebbene non mi piaccia particolarmente (sia come posizione dei mobili che come finiture), è nuova; e ho mantenuto anche l’arredo della cabina armadio, a cui ho aggiunto solo un paio di cassettiere che mancavano.
Naturalmente il progetto di relooking l’ho fatto basandomi sui miei gusti, che però come sempre vanno calate nell’ambiente in cui si va ad operare: in un’altra casa, anche se fosse stata mia, avrei sicuramente preso decisioni differenti. Comunque a me piacciono le cose semplici, minimali e anche un po’ grezze (odio il decoro per intenderci). Mi piacciono i contrasti tra colori caldi, colori chiari e colori scuri. Mi piace il legno e mi piace avere superfici e tessiture uniformi e di grandi dimensioni.
Gli interventi edili sulle finiture
Partendo da questi principi ho creato la mia palette colori, che vedi in una bruttissima foto qui a destra: Ho scelto due tonalità di grigio (medio e antracite) a cui ho abbinato un legno di rovere con una finitura leggermente oliata (un po’ più scuro e giallo del colore naturale). Naturalmente a questi colori va aggiunto il bianco, che è la base di quasi tutte le pareti e dei soffitti.
Definita la palette ho dovuto metterla in pratica in un progetto coerente. L’ambiente su cui mi sono concentrato di più è stato l’open space: qui non ho c’erano solo da cambiare le finiture, ma c’era anche la necessità di definire in modo chiaro le tre aree principali di cui è composto, cioè l’ingresso, il salotto e la cucina/pranzo. Infatti la prima impressione entrando in casa era quella di trovarsi in uno spazio senza forma e funzioni. Ad alcuni può piacere, a me metteva a disagio…avevo bisogno di dare un ordine oltre che uno stile personale.
Avendo questo obiettivo ben chiaro, ho lavorato coi materiali e i colori per ottenere l’effetto desiderato, tenendo sempre in considerazione la base su cui sono andato ad intervenire, cioè le finiture pre-esistenti.
A tal proposito il pavimento che era stato posato con la ristrutturazione (quello in gres effetto legno) era sovrapposto a quello precedente, come purtroppo viene fatto troppo spesso (ti ho parlato delle problematiche in questo articolo). Quindi non potevo semplicemente intervenire dicendo: “ci metto sopra un altro pavimento”, oppure “tolgo quello esistente e lo sostituisco”. Su questo aspetto si sono coniugate tre esigenze/problematiche:
- Il gres effetto legno doveva sparire perché lo odio
- Avevo poco tempo per fare i lavori
- Tutte le opere legate ad un’eventuale rimozione del pavimento sarebbero state molto invasive
Quindi, non potendo mettere un nuovo pavimento sopra uno già esistente, e non avendo intenzione di sollevare tutto quanto, la soluzione naturale è stata rivestirlo con un materiale leggero e sottile: la resina (meno di 3mm in tutto). Questo materiale consente di realizzare pavimenti uniformi e senza fughe: il risultato, troppo spesso non compreso, è che gli spazi si ampliano. Negli appartamenti piccoli dovrebbe essere una soluzione quasi obbligata per farli sembrare più grandi.
Ho optato per un colore grigio medio-chiaro, che ho esteso anche al disimpegno e alle camere da letto.


Proseguendo con il progetto, il finto legno del pavimento, che ho nascosto con la resina, è andato a parete ma in una versione di vero legno. L’ho usato come rivestimento a tutta altezza (una boiserie) di due pareti. Questa scelta da un lato ha contrastato le tonalità più fredde dei grigi e dall’altro ha invertito l’ormai abituale utilizzo dato da legno a pavimento e pittura a parete.
Inizialmente volevo installare dei pannelli fresati, cioè quei pannelli caratterizzati da una trama di listelli verticali (o orizzontali). Però il loro costo è abbastanza elevato: solitamente si parla di oltre 300 €/mq, e io non potevo permettermi questa cifra. Ma non mi sono dato per vinto e nella mia ricerca mi sono casualmente imbattuto in un produttore danese di pannelli acustici che sono molto simili ai fresati pur non essendolo (woodup.com), e costano nettamente meno. Sono composti da un panno di feltro nero che funge da fondo, su cui sono fissati dei listelli in mdf (fibre a media densità) impiallacciati in varie essenze.

Sono meno eleganti dei fresati classici perché i listelli sono più larghi…ma dove li ho messi sono perfetti: la parete di fronte all’ingresso e quella a lato del salotto. In questo modo ho ottenuto il risultato che mi prefiggevo: delimitare in modo chiaro le funzioni del soggiorno (in particolare il salotto), e al contempo ho inserito un elemento visivo di collegamento e ho dato all’ambiente il tono caldo che cercavo.


L’ultimo elemento su cui ho lavorato sono state le pareti verdi rimanenti, che ho fatto dipingere in grigio antracite (quasi nero in realtà). Ho optato per uno smalto lavabile che dà un effetto leggermente satinato piacevole al tatto… Il risultato più interessate l’ho ottenuto sulla parete attrezzata del soggiorno in cui, come puoi vedere dalla foto qui sotto, ho anche fatto rasare il riquadro centrale che era stato rivestito in grès porcellanato (un mosaico effetto legno utilizzato anche in uno dei due bagni…bello ma non adatto al soggiorno).


Col senno di poi avrei dovuto far dipingere di antracite anche la libreria incassata, ma la durata delle pitture “posticcie” sul legno, quando è usato intensamente (l’ho riempito di libri), non è il massimo.
Il risultato che ho ottenuto è stato un ambiente fortemente contrastato. So che a molti i colori scuri non piacciono, sono sempre una scelta un po’ azzardata. Un’opzione alternativa che ho valutato per le pareti verdi è stata quella di dipingerle di bianco, ma da un lato volevo evitare l’effetto-ospedale, e dall’altro avevo bisogno di un ultimo elemento che legasse meglio il pavimento con i pannelli fresati (il cui fondo è nero ti ricordo) e che potessi richiamare facilmente in più ambienti. (Se stai pensando ai marroni tipo tortora lascia stare…odio quei colori).
Con la pittura antracite ho anche fatto dipingere la parete su cui si trova la cucina e anche quella dietro la testiera nella mia camera da letto, avendo così un doppio richiamo in quelli che sono gli ambienti principali (soggiorno e camera da letto).
Ecco, questi sono stati gli unici interventi “edili” che ho fatto e grazie ai quali ho raggiunto gli obiettivi che mi ero posto: dare uno stile forte alla casa, fornirle carattere (prima era veramente anonima) e mettere ordine all’open-space. Adesso la casa assomiglia un po’ di più a me rispetto a prima.
In realtà in questo progetto di relooking ho potuto mettere in pratica il risultato di una ricerca sulla combinazione di questi materiali-colori che ho cominciato da un po’ di tempo e che puoi vedere in altri miei progetti di cui ti ho parlato in questo articolo:


L’arredo
Ma un intervento di relooking non si può limitare agli aspetti edilizi: per completarlo e dare coerenza bisogna pensare anche agli arredi e all’illuminazione.
In questo caso ho ridotto tutto al minimo anche perché, come ti ho detto, da un lato c’erano già alcuni arredi e dall’altro non mi piace avere la casa piena di mobili.
Per il salotto ho preso un divano dalle linee minimali con sedute grigie e telaio in tubolare di ferro nero a vista che ho trovato online (dopo ti metto il link). Mi è piaciuto perché, oltre ad essere semplice, ha un sistema che mi consente di togliere gli schienali così da poterlo aprire verso la cucina in caso di ospiti. A questo divano ho abbinato solo un tappeto azzurro ceruleo.
Ad oggi mancano ancora un piccolo pouf e una piantana adeguata (quella che vedi me la sono portata da casa vecchia ma non va bene per questo ambiente)…e non ho fretta di procurarmeli.
Per l’ingresso ho preso un grande specchio tondo con cornice in legno, a cui ho aggiunto un piccolo carrello con piano in legno e telaio in ferro nero che avevo già, tutto ikea.
Per la mia camera ho comprato un letto in tessuto grigio scuro (qui non ho avuto il coraggio di osare col colore…), due comodini neri con telaio in ferro nero e delle mensole (che avevo già) anche loro nere. Come vedi dalla foto le mensole sono asimmetriche rispetto al letto (oltre che vuote): mi manca ancora un quadro da mettere a destra…ma devo trovare quello giusto.



La seconda camera invece, che è di mio figlio, l’ho arredata completamente ex-novo. In questo caso, sebbene sia ancora un bambino, ha dei gusti ben definiti ed opposti ai miei, quindi sono dovuto scendere a compromessi: ho lasciato tutte le pareti bianche (ci penserà lui a decorarle come più gli piace), il letto è in tessuto colore acqua marina (scelto da lui), l’armadio è bianco per non appesantire una stanza già piccola e infine scrivania e libreria in rovere per richiamare il rivestimento delle pareti della zona giorno. Col tempo dovrò aggiungerci vari oggetti sulla tonalità dell’azzurro, che mio figlio adora.
Sicuramente si poteva fare meglio…ma non è territorio mio e sono dovuto stare zitto 😉
Ultimo elemento su cui ho lavorato, soprattutto nella zona giorno, è l’illuminazione: una sospensione lineare sopra il tavolo e dei faretti sopra il divano, entrambi neri ed entrambi semplici. E con temperatura colore 3000k (bianco caldo), che altrimenti sembra una sala di aspetto (per me andrebbero tagliate le mani a chi mette luci 4000k in casa).


Questo è tutto. So di non aver fatto una casa da copertina, e non era il mio interesse. Ma sono soddisfatto e credo di aver migliorato la base da cui sono partito.
Con questo esempio spero di averti fatto comprendere le potenzialità che si celano dietro un intervento di relooking, però non abbiamo ancora finito, manca un punto fondamentale: quanto è costato?
Il costo (reale) di un relooking
Dividiamo i costi per opere edili e arredi. Magari delle seconde non hai bisogno, ma come hai visto integrarli nello stile della casa è fondamentale.
Costo delle opere edili
Come abbiamo visto le opere edili eseguite sono state tre :
- Pavimento in resina
- Rivestimento in legno
- Pitturazione
Il pavimento in resina è costato 115 €/mq (lo so, è caro), ci ho ricoperto circa 55mq quindi i conti sono presto fatti: 6325€ a cui va aggiunto il 10% di iva per un importo complessivo di 6.957,5€.
I pannelli in legno vanno divisi tra acquisto e posa in opera: l’acquisto l’ho fatto io e la posa in opera l’ha fatta l’impresa che ha realizzato il pavimento.
I pannelli sono 60x240cm l’uno (e non si possono fare su misura). Ne e ho ordinati 11 e ognuno costava 175€ (prezzo già ivato). A questa spesa vanno aggiunti la colla e le spese di spedizione, per un totale di: 425€ (ivato). Quindi totale acquisto pannelli: 2.350€.
La posa in opera mi è costata 600€ più iva al 10% (60€) quindi 660€. Considera che è stato necessario anche realizzare i fori per le cassette elettriche di prese, interruttori e cassette di derivazione.
Infine la pitturazione, che ha riguardato varie pareti della casa (non solo quelle verdi), mi è costata 700€ più iva al 10% (70€), quindi 770€.
Inoltre ho dovuto chiamare un falegname che mi ha smontato e rimontato la cucina, necessario per fare la resina a pavimento e pitturare dietro i pensili. Altre 400€ + iva per un totale di 440€
Quindi per le opere edili ho speso in tutto: 11.150€.
Costo di arredi e illuminazione
Sugli arredi ho cercato di risparmiare, alcune cose sono ikea, altre le ho prese online, altre in negozi di arredamento della zona. Dove possibile ti metto anche il link, in caso ti interessassero.
Soggiorno:
- Divano: KaveHome, Compo – 1.342€
- Tappeto: Ikea, Langsted – 69€
- Sospensione su tavolo: Lampada e Luce, Banda – 175€
- Faretti su divano: Lampada e Luce, Jeana (+ lampadine) – 165€
Ingresso:
Camera letto padronale:
- Letto matrimoniale: negozio locale – 840€
- Materasso: Emma, Hybrid Premium – 480€
- Comodini: Ikea, Vikhammer (2 comodimi) – 120€ totale
- Mensole: Ikea, Lack – 45€ totale
- Poltroncina: Ikea, Tossberg – 139€
Camera letto secondaria:
- Arredo completo: negozio locale – 3.500€
- Sedia: Ikea, Langfjall – 159€
- Cassettiera: Ikea, Trotten – 80€
Questi a grandi linee sono gli arredi che ho acquistato, per un totale di 7.260€.
Naturalmente ho avuto molte altre spese, che però non rientrano tra quelle relative al relooking di cui stiamo parlando in questo articolo e non ci interessano.
Quindi il costo totale del mio intervento di relooking è stato di circa 18.400€.
Ci ho tenuto a darti i costi perché con cifre di questa portata molte persone pensano sia possibile ristrutturare tutta una casa (non fare solo il relooking).
Ma questo relooking era necessario? La parte edile no, potevo tenermi le vecchie finiture (che erano nuove), ma come ti ho detto sono convinto che un aspetto essenziale per vivere bene in una casa sia creare un ambiente che piaccia e faccia stare bene chi abita. E lo scopo del relooking è proprio questo.
Però attenzione a quello che ti ho detto prima: il relooking è un intervento da valutare in case già ristrutturate, o ristrutturate recentemente. Se non lo sono probabilmente dovrai fare una vera e propria ristrutturazione (per quanto piccola) e in questi casi il fai da te in ambito progettuale è vietato: devi affidarti a professionisti seri e competenti (e abilitati!).